Il manifesto per il lavoro lo disegnano le scuole. Succede a Cassano Magnago

I ragazzi delle medie e il lavoro. L'impegno dei sogni? Quello legato allo svago o allo sport.

A Cassano Magnago l’iniziativa fatta dalle scuole sul lavoro finisce sui manifesti del primo maggio delle Acli. Questa la conclusione di un percorso realizzato all’interno di un laboratorio pratico-teorico, proposto dalle ACLI di Cassano Magnago alle scuole secondarie di primo grado. Da questa iniziativa arriva anche un interessante sguardo sul mondo del lavoro, visto dal punto di vista dei ragazzi di terza media.

Che cosa pensano i ragazzi di 13 e 14 anni delle scuole di Cassano? Come vedono il lavoro? Che cos’è per loro? Qui la classifica delle loro risposte.

1°)  Il lavoro è stato principalmente associato alla dimensione economica. I soldi sono un elemento da cui non è possibile svincolare la propria esistenza (viviamo nella società dei consumi).Uno stipendio consente di:

  1. diventare indipendenti dai propri genitori (libertà)
  2. realizzare i propri sogni, il proprio futuro (possibilità, opportunità)
  3. fare esperienza e specializzarsi in qualcosa (passione, soddisfazione)
  4. formare una nuova famiglia (diventare genitori)
  5. viaggiare, vedere il mondo (lavoro all’esterno)

2°) Si tratta di unn’attività che:

  1. richiede impegno e fatica, e, in alcuni casi è vista anche come (sbattimento, sacrificio, noia, stanchezza)

 

3°) Consiste nell’operare, costruire, fabbricare, creare oggetti e servizi

4°) non si fa da soli, ma con altri (collaborazione). Implica quindi una responsabilità verso: GLI ALTRI 

  • il datore di lavoro LA COMUNITA’
  • gli altri, la comunità

5°) Il lavoro “concreto” è impegno e fatica, ma il lavoro “dei sogni” è connesso a dimensioni ludiche (sport, viaggi…), e per questo meno faticose. Non sono mancati riferimenti a personaggi famosi della politica o dello sport che hanno ottenuto successo e ricchezza.

6°) Il lavoro è un mondo che non tocca ancora direttamente i ragazzi e le ragazze di questa età nel nostro contesto (cittadina lombarda tra Prealpi e Pianura Padana). Viene quindi pensato e immaginato in riferimento all’esperienza dei propri genitori o a quanto imparano a scuola. Il lavoro moderno fordista pare essere il modello “forte”, forse anche perché più facilmente descrivibile e comprensibile rispetto alla miriade di contratti e forme di lavoro contemporanee (co.co.co, co.co.pro, interinali, parasubordinati, telelavoro, jobsharing…).

7°) La crisi del lavoro è un tema che è stato toccato insieme ai ragazzi e alle ragazze in una fase più approfondita del brainstorming. Alla domanda «Dove vi immaginate o cosa immaginate che starete facendo tra 10 anni?», molti di loro pensano di lavorare all’estero, perché, ritengono che «in Italia il lavoro manca, oppure si trovano solo lavori sottopagati che accettano solo gli immigrati».

8°) Il lavoro viene per lo più immaginato dai ragazzi e dalle ragazze come rapporto 1:1 tra lavoratore dipendente e datore di lavoro. Ne consegue che:

  1. poco o quasi mai viene rappresentato anche come lavoro autonomo (in cui si è “imprenditori di se stessi”) o come lavoro di gruppo (in équipe con altri professionisti). Questa piccola attività si è posta, tra i vari obiettivi formativi, anche quello di far sperimentare ai ragazzi e alle ragazze cosa significa trovarsi in un gruppo di lavoro (collaborare, discutere, conciliare visioni differenti, superare i conflitti…)
  2. è più difficile pensare al lavoro come attività in un contesto sociale più esteso, come quello del Paese in cui si vive, dell’Europa o dell’essere cittadini in senso globale.

Per svolgere questo laboratorio si è scelto di non effettuare una lezione frontale di tipo trasmissivo-nozionistico sul lavoro, dal momento che esso risulta essere un mondo non ancora vissuto in modo diretto dai ragazzi e dalle ragazze di questa età nel nostro contesto sociale (Cassano Magnago). Si è scelto piuttosto di partire dalla loro esperienza e dalle loro idee sul lavoro, allo scopo di connetterle a quanto scritto nella Costituzione Italiana. Di conseguenza, la lettura degli articoli della Costituzione non è stata fatta prima del brainstorming, ma a conclusione dello stesso, in modo da permettere ai ragazzi e alle ragazze di collegare dei concetti astratti e teorici alle loro esperienze concrete (1° passo: «Secondo me il lavoro è…»; 2° passo: «Secondo la Costituzione il lavoro è…»). In questo modo, la riflessione sul lavoro si è connessa al tema della vita (presente-futura, reale-immaginata) e a quello della famiglia (genitori che lavorano, diventare genitori e lavoratori). La tecnica del brainstorming si è quindi rivelata la più adatta a far emergere nel minor tempo possibile il massimo numero di idee e concetti sui quali poi costruire una discussione di gruppo. In questa tecnica, la circolazione libera dei pensieri è ulteriormente agevolata quando anche i corpi sono liberi, e pertanto i ragazzi e le ragazze sono stati invitati a spostare i banchi per creare uno spazio libero nell’aula ove potersi sedere in cerchio per terra. La disposizione circolare ha permesso a tutti di sentirsi coinvolti e partecipi.

 

 

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