Frequenta la quinta della scuola Gabelli. Francesco Crespi ha superato le selezioni dell’associazione nazionale di giornalismo scolastico, candidandosi all’oscar ed ottenendo l’iscrizione nel Registro Generale dell’Albo Nazionale dei giornalisti scolastici. La scuola ha partecipato a una attività di formazione giornalistica. E’ stato premiato un pezzo di storia locale, anzi localissma: un disastro aereo successo nel 1959 sul fondo della valle Olona tra Marnate e Olgiate. Francesco ha intervistato lo zio Aldo per ottenere informazioni sull’accaduto e come un bravo giornalista ne ha fatto un pezzo davvero interessante.
Ecco il componimento premiato.
Olgiate Olona: il disastro aereo de 1959
Di Francesco Crespi cl V B Scuola Primaria Gabelli Marnate Va
Il 26 giugno del 1959 alle 17.30 un aereo si schianta sul fondo della Valle Olona, tra Olgiate e Marnate, 68 sono i morti. Sul perché dell’accaduto vi sono tante ipotesi.
Marnate è un piccolo paese del varesotto, di fronte ad Olgiate, poco noto alle cronache: non succede mai niente! La tragedia del volo TWA n° 891, diretto a Parigi, portò invece il nostro piccolo paese sotto i riflettori nazionali e internazionali e non c’è nessun marnatese con più di 70 anni, che non abbia ben fissato nella memoria quell’evento.
Per saperne di più ho intervistato Aldo, mio zio, un marnatese di 76 anni. Lui lo ricorda così: «Ero al C.R.A.L. (circolo del dopo lavoro affacciato proprio sulla valle dove è caduto l’aereo) guardavo la gente che giocava a carte. C’era un forte temporale (nelle ultime due settimane del giugno di quell’anno non c’è stato un giorno senza temporale), nel susseguirsi dei lampi se ne sente uno particolarmente potente. Si sente un boato diverso dal tuono: tuono e lampo scattano quasi assieme, invece era mancato il lampo e il rumore era un po’ diverso. Ci siamo accorti tutti che era successo qualcosa ma non si capiva cosa. Siamo corsi fuori e all’inizio abbiamo visto cadere dal cielo dei pezzettini, come di carta, che scintillavano e… poi improvvisamente esce questa “bestia” dalle nuvole: l’aereo senza un’ala e senza timone che ruotando su se stesso precipita fino a schiantarsi giù in valle proprio davanti ai nostri occhi. Siamo subito corsi verso la valle, siamo stati tra i primi ad accorrere, ma nessuno osava avvicinarsi, l’aereo era in fiamme e continuavano ad esserci delle piccole esplosioni. Mi ricordo che tentai di avvicinarmi perché vedevo spuntare delle gambe da un pezzo di lamiera, ma una nuova esplosione me lo impedì. Mio fratello, che lavorava a Malpensa, per la TWA, ci mise un po’ di più delle altre persone ad arrivare perché a Malpensa si è saputo dell’accaduto più tardi. Mi ricordo che appena arrivò salì sulle lamiere e iniziò a far dirigere i getti d’acqua dei pompieri sulle bombole d’ossigeno che si stavano surriscaldando rischiando quindi di esplodere. Arrivata la polizia chiuse tutte le strade che portavano in valle. Tra i 68 morti c’era anche un pastore protestante che stringeva in mano una bibbia, mio fratello trovò la bibbia rimasta stranamente integra con solo l’impronta del dito carbonizzato del pastore.»
Come si nota il ricordo è ancora molto vivo. Tanti sono gli aneddoti che si narrano rispetto a quel disastro. Oltre ai 68 corpi è stato trovato un 69-esimo corpo di bambino che si pensò fosse un ragazzino che giocava su quel prato ed fu travolto dall’aereo. Tra i passeggeri deceduti venne riconosciuta la sorella di Enrico Fermi (uno dei più grandi fisici italiani), la quale aveva scritto nel suo testamento che doveva essere sepolta dove moriva. Infatti si può visitare la sua tomba al cimitero di Olgiate Olona.
Però, come ancor oggi spesso accade, la vera causa dell’incidente fu difficile da stabilire. La scatola nera non era presente nel velivolo. Solo le numerose testimonianze oculari accertarono che la colpa era di un fulmine che avrebbe colpito un’ala dell’aereo già sovraccarico di elettricità, incendiando il carburante. Più precisamente, venne stabilito che il fulmine non incendiò direttamente il carburante nei serbatoi, ma i vapori che uscivano, provocando così un’esplosione. Questa, fra le varie ipotesi, è quella che sembra più realistica.
Anche noi ragazzi possiamo “ricordare” quel fatto attraverso i racconti dei nostri nonni, ma anche grazie al monumento dedicato che si trova sul luogo dell’incidente e a un libro pubblicato nel 2008 dal titolo “Il disastro aereo del 26 giugno 1959 a Olgiate Olona”.