Senza la pretesa di anticipare il bilancio annuale, è sicuramente già possibile dire che il 2003 è stato un anno positivo. In questi dodici mesi sono aumentati in misura considerevole i volumi intermediati della raccolta e degli impieghi, è stato raggiunto un lusinghiero risultato economico, si è rafforzato il legame con il territorio e le realtà locali ed è notevolmente migliorata l’immagine sociale della nostra Bcc. Chiedersi come tutto ciò sia stato possibile non è certo lezioso. E, soprattutto, non lo è la risposta: ai nostri risultati in grande misura ha contribuito il “capitale umano”, una risorsa da sempre fondamentale per lo sviluppo. L’apporto del fattore uomo sulla produzione e sulla produttività, infatti, è di gran lunga superiore a quanto si creda. E l’investimento in capitale umano è addirittura più cruciale dell’investimento in tecnologia. Convinta di ciò, da alcuni anni la nostra Bcc sta marciando sulla strada della formazione e della crescita del “capitale umano”. E i risultati colti nel 2003 confermano la validità di tale scelta. Motivare le persone è sì uno degli aspetti più importanti e più difficili da realizzare, ma è anche uno dei compiti che ci siamo dati. Non a caso la Carta dei Valori del Credito Cooperativo sostiene al primo punto che il Credito Cooperativo investe sul capitale umano “costituito dai soci, dai clienti e dai collaboratori”, per valorizzarlo stabilmente. E anche la nostra campagna pubblicitaria riprende tale concetto, laddove ci definisce una banca fatta da persone per le persone. In sintesi: investire sulle risorse umane significa investire sul futuro.
di Gianni Macchi
Un bilancio per ripartire
Il primo anno di vita del Progetto Soci è terminato. Stiamo crescendo e il nostro primo traguardo penso sia stato raggiunto: far sentire i Soci parte integrante, propositiva e pulsante della nostra famiglia. L’importanza della compagine sociale è, per noi, il fondamento del nostro lavoro. Mi rendo conto che, in questo frangente, posso risultare ripetitivo. Ma è la pura e semplice verità: al centro dei nostri pensieri c’è, e ci sarà sempre, la figura del Socio. Logico, dunque, che anche questo primo editoriale del 2004 sia dedicato alla famiglia della nostra BCC, alla figura più importante, più salda e fondamentale della nostra realtà. Il 2003 si è appena concluso. In questi primi nove mesi di vita abbiamo lavorato sodo per garantire attività, manifestazioni, proposte che incontrassero sempre di più il favore di tutti i nostri Soci. Così come un bimbo impiega nove mesi per venire alla luce, anche per noi questo periodo di vita è stato, per così dire, di “gestazione”. Ci siamo mossi, non senza sbagliare, per cercare di mettere in atto nella maniera migliore le caratteristiche solidali e di vicinanza che, da più di un secolo, la nostra BCC porta avanti. Ci siamo avvicinati al territorio, lo abbiamo ascoltato e lo abbiamo assecondato. Non ci siamo limitati ad aspettare che fossero le comunità a rivolgersi a noi. Abbiamo cercato, sempre pensando alla nostra compagine sociale, di essere fedeli alle peculiarità che ci contraddistinguono: presenza, attenzione, dedizione e critica. Lo ripeto: a volte abbiamo inciampato, siamo caduti, ma ci siamo rialzati prontamente. Più decisi e motivati perché, come recita il vecchio adagio, “sbagliando si impara”. Con il 2004 entriamo in una fase cruciale della nostra attività: dimostrare che quanto è stato fatto fino a oggi non è frutto del caso o della cosiddetta “fortuna del principiante”, ma di una struttura organizzata, di una realtà solida e capace, di una equipe di persone motivate e decise a lavorare perché un “grazie”, detto a bassa voce sulla strada del ritorno, è la ricompensa più emozionante. Non mi resta che augurare a tutti un sereno e felice anno nuovo.
di Alberto Morandi