Il 12 dicembre scorso, nel corso del “Forum per lo sviluppo dell’Altomilanese” presieduto da Cosma Gravina, assessore al lavoro e alle attività economiche della Provincia di Milano, le amministrazioni comunali e le forze sociali ed economiche lì rappresentate hanno approvato all’unanimità l’ingresso della nostra Bcc nel “Patto territoriale dell’Altomilanese”. Diciamo subito che i Patti territoriali, lanciati dal consiglio europeo di Essen del dicembre 1994 e confermati dal consiglio europeo di Firenze del giugno 1996, sono lo strumento di programmazione locale, mobilitatore di risorse, che promuove l’accordo tra le diverse parti sociali pubbliche e private attorno ad un progetto finalizzato allo sviluppo di un determinato territorio. In questa prospettiva, la nostra Bcc ha espresso il proprio interesse sui temi dello sviluppo locale e sull’impiego degli strumenti della programmazione negoziata e ha deciso di aderire al Patto dell’Altomilanese, all’interno del quale siamo stati accolti con grande favore. Sono convinto che i Patti territoriali rappresentino una diversa metodologia di sviluppo, che enfatizza un approccio dal basso verso l’alto ai problemi dello sviluppo locale. Una filosofia di approccio e di valorizzazione del territorio che ormai da mesi vede la nostra Bcc muoversi come soggetto attivo che intende farsi carico delle proprie responsabilità e, quindi, vuole contribuire a definire e poi mettere in atto una strategia per la crescita economica e sociale dell’area. L’adesione al Patto territoriale dell’Altomilanese è il primo passo, cui seguirà, già a gennaio, uno storico accordo con la Confartigianato di Varese e dell’Altomilanese, per un anno di lavoro che, sono certo, ci porterà a giocare da titolari la partita del rilancio del territorio omogeneo dell’Altomilanese e del Varesotto.
di Silvano Caglio