La casa ancora sugli scudi; se negli anni della ricostruzione e delle ripresa era il sogno degli italiani, tanto da diventare il bene rifugio per antonomasia, e nel corso dei decenni è stato termometro affidabile della congiuntura economica sino alla crisi nera di questi anni, adesso può essere il vettore della risalita. Più che dell’edilizia classica, la costruzione di nuovi edifici, parliamo di riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni, perché questi sono gli unici segnali positivi che arrivano dal mercato, e su questi conviene puntare. Così è maturata la decisione della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate di mettere a disposizione del territorio parte del prestito di 35 milioni di euro ricevuti in prestito dalla Banca Centrale Europea alla fine di settembre, il cosiddetto Tltro. E questo in perfetta coerenza con quanto dichiarato dal presidente Roberto Scazzosi nell’assemblea dei soci di maggio, “siamo impegnati ad aiutare il territorio a intercettare anche la più piccola possibilità di ripresa». Primo strumento individuato per veicolare sul territorio i 35 milioni del “prestito “Draghi”, il “My home” è un mutuo chirografario per interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica sul patrimonio edilizio con tasso finito del 2% e rivolto ai privati. Una decisione che è stata premiata, visto che, intorno a metà novembre, erano già una cinquantina i contratti sottoscritti, con una media lusinghiera di uno al giorno. «Il motivo di questa decisione è semplice –spiega il presidente della Bcc Roberto Scazzosi–: l’edilizia è un settore che ha avvertito in modo pesante la crisi, come dimostrano i grandi volumi di invenduto. Gli unici rami che mostrano segnali positivi sono quelli delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni energetiche; abbiamo quindi deciso come consiglio di amministrazione di destinare il prestito BCE, con un mutuo a condizioni molto interessanti agli interventi migliorativi sul patrimonio esistente. Una misura, questa, con cui si ottengono due risultati: stimolare l’economia locale e salvaguardare un territorio che è già massicciamente urbanizzato». Oltre al merito della scelta, l’individuazione di uno spiraglio di ripresa in una branca specifica dell’edilizia, c’è anche la questione metodo. Prosegue Scazzosi: «La nostra scelta, come sempre, è maturata ascoltando le voci delle associazioni di settore che chiedono, oltre a politiche adeguate, il sostegno del credito. Penso che un’offerta di questo tipo risponda in modo soddisfacente a queste richieste e dimostri, una volta di più, la nostra volontà di essere vicini all’economia reale: i finanziamenti che abbiamo preso a tassi bassi dalla Bce vanno a sostenere in toto l’attività delle nostre imprese e rispondono alle esigenze che ci hanno espresso». Del resto, sia i dati di Ance Lombardia sia quelli forniti da Giovanni Chilese, rappresentante provinciale di Varese per Confartigianato edilizia, oltre che rappresentante regionale, indicano nella riqualificazione degli edifici l’unica possibilità per il rilancio del settore nell’immediato. Infatti, mentre fra il 2008 e il 2012 l’edilizia residenziale privata ha registrato un calo del 42%, la manutenzione ordinaria a straordinaria ha segnato un +7%. «A livello nazionale, nel 2012, il valore degli investimenti per interventi migliorativi sul patrimonio edilizio è stato di 3 miliardi di euro –sottolinea Chilese– e ha portato occupazione per 67mila posti: sono numeri allettanti che possono crescere ulteriormente in presenza di prospettive più stabili di quelle che abbiamo oggi. Del resto, il settore sconta quella crisi di fiducia che caratterizza il nostro Paese oggi. Si resta a guardare: gli investimenti dei privati in opere di riqualificazione e ristrutturazione sono una via da percorrere, ma servono orizzonti più ampi per pianificarli. Intendo: non si può attendere tutti gli anni il 31 dicembre per capire se ci saranno gli incentivi sulle ristrutturazioni. Se ci fosse una scelta politica forte sulla casa e nell’arco di almeno cinque anni ci fosse la certezza di misure di incentivazione, il settore potrebbe trarre sicuri benefici». Anche perché la “materia prima” non manca di certo. «Sulla base dei dati Ance il 67% degli edifici in Lombardia è stato costruito fra il 1946 e il 1991, quindi presenta la necessità di interventi di ristrutturazione, e il 60% dei cinquemila plessi scolastici nella nostra regione abbisogna di profonde manutenzioni –dice il direttore generale della Bcc Luca Barni–; questa è una ragione in più per una banca del territorio come la nostra per focalizzarci su un’attività edilizia “sostenibile”, che non va a consumare altro suolo, ma migliora la qualità dell’esistente con benefici ambientali collegati al risparmio energetico e alimenta un indotto che in questi anni è stato fortemente penalizzato». Va detto che se tra i privati crescono interesse e attenzione per gli interventi migliorativi sull’esistente all’appello manca una voce pesante, quella del Pubblico, che in tempi di tagli, tira il freno sulla manutenzione del proprio patrimonio immobiliare. «Lascia perplessi il trend negativo degli investimenti pubblici nel patrimonio edilizio negli ultimi anni –nota Chilese–; pensiamo soltanto che nel 2004 gli investimenti pubblici valevano il 2,2% del Pil e nel 2013 la percentuale era scesa all’1,3%.
Senza dimenticare che le prospettive sono ancora peggiori. Fa eccezione l’edilizia scolastica, che ha mosso in Italia un miliardo e 100 milioni di euro e in Lombardia 161 milioni di euro in manutenzioni e messe in sicurezza». Tornando al settore privato, perché in tempi di tagli, con ogni probabilità, servirà tempo prima che il Pubblico possa tornare a investire, le potenzialità sono considerevoli in generale, e lo sono ancor di più in un territorio altamente urbanizzato come il Nord Ovest di Milano e il Varesotto. «La fiducia è un ingrediente fondamentale per l’andamento dell’economia –prosegue Chilese–, in mancanza di certezze si vola basso; si fanno, al massimo, interventi di manutenzione ordinaria se strettamente indispensabili, ma è difficile pensare a qualcosa di più. Quindi chi vuole mettere mano alla propria casa lo fa al risparmio e spesso con un livello di interventi di basso profilo». Il discorso non può prescindere da una riflessione su quanto accaduto nei decenni alle spalle, il periodo d’oro del settore, quando gli investitori puntavano forte sull’edilizia e i mutui, in certi casi, supervano il valore dell’immobile. Questa spinta forsennata a costruire è l’eredità più pesante con cui fare i conti oggi; da un lato ci troviamo con un surplus di offerta che resta ancora invenduto, dall’altro si è trascurato il patrimonio esistente che, specie nei centri storici, ha dato origine a evidenti problemi di degrado. «Oggi c’è l’esigenza di analizzare il territorio e di puntare al recupero dell’esistente –conferma Chilese–. Credo che tutti abbiano da guadagnarci: le città, che si riapproprierebbero di spazi oggi poco decorosi; le amministrazioni comunali, che non dovrebbero nemmeno realizzare lavori per portarvi i servizi, visto che ci sono già, oltre, ovviamente, agli operatori dell’edilizia con l’indotto».
Proprio considerando quest’ultimo aspetto si possono valutare gli effetti di una politica più lineare e sistemica per la casa e l’edilizia in generale sugli operatori del settore: la percentuale di artigiani in edilizia in tutta Italia è intorno al 60%, nella sola Lombardia si attesta al 71%. «Pensiamo soltanto al fatto che in Italia l’aliquota Iva sulla manutenzione ordinaria è al 10%, mentre in Belgio è al 6% -riflette Chilese- se il Governo avesse voluto aiutare in modo sostanziale il settore, con il risultato, fra l’altro, di contrastare il sommerso, si sarebbe allineato a quanto si fa nel resto d’Europa. In questo modo, invece, si pesa su un comparto che già versa in uno stato di difficoltà profonda e che paga quella tassa aggiuntiva rappresentata dai numerosi adempimenti burocratici richiesti». Se quindi il ramo più florido dell’edilizia, quello che poggia su interventi migliorativi come il cappotto termico, i serramenti, la coibentazione, deve trovare linfa per sopperire all’impasse delle costruzioni, sino a oggi, il core business del settore, ecco My Home, strumento per stimolare gli investimenti nel bene casa e rivitalizzare l’economia del territorio. Questo è il motivo delle due declinazioni della campagna pubblicitaria del prodotto: a pag. 7 la figura del lavoratore del comparto edile, a pag. 10 l’immagine di una classica corte con edifici d’epoca, quel grande patrimonio immobiliare che può essere interessato dagli interventi migliorativi. E che quello delle ristruttu – razioni sia il filone vincente lo ha confermato il rapporto congiuntu – rale presentato dal Cresme (Centro Ricerche Economiche, Sociologiche e di Mercato) nella conferenza Euroconstruct tenutasi a novembre a Milano: impossibile continuare a puntare sulle nuove costruzio – ni con un mercato delle compra – vendite asfittico. Meglio orientarsi sul business delle ristrutturazioni e della riqualificazione energetica. Il settore, alla luce delle agevolazioni fiscali, sta conoscendo un periodo di vitalità.
Le città stanno cambian – do volto e con la crisi il tema del risparmio energetico è diventato una priorità. Riduzione dei consumi energetici, sicurezza antisismica e contro il rischio alluvioni è la nuova frontiera dell’edilizia, come dimo – strano i 7 miliardi di euro stanziati dall’Unione europea all’Italia per la riqualificazione edilizia nell’ambito del programma di aiuti comunitari 2014-2020. Benefici su due livelli, quindi, per – ché la riqualificazione del territorio significa non solo risparmio per le famiglie sulla bolletta energetica ma anche rilancio dell’economia e sti – molo del Pil. Non a caso il settore delle riquali – ficazioni è l’unico che negli ultimi due anni ha segnato una crescita nell’ambito dell’edilizia pari al 20%. Secondo le rilevazioni del Cresme nel 2013 sono stati spesi 116,8 miliardi di euro in manutenzione ordinaria e straordinaria. Il che significa che quasi il 67% del fatturato dell’edilizia è derivato dalle ristrutturazioni. Inoltre i lavori in casa incentiva – ti dagli eco bonus fiscali valgono ormai il 2% del Pil. Il Cresme valuta che a fine anno questi sconti per la riqualificazione metteranno in moto 33 miliardi di investimenti. L’incremento dei lavori di ristruttu – razione (sono due miliardi i metri quadrati del patrimonio edilizio che richiedono di essere ristrutturati) ha un risvolto anche occupaziona – le. Secondo il rapporto GreenItaly, entro fine anno, saranno 234 mila le nuove assunzioni legate a competenze green e di queste gran parte riguarderanno l’edilizia. Si stima, infatti, che 4 assunzioni su 10 saran – no di professionalità green. Più che prossima alle associazioni la Bcc è nelle associazioni. Questo il titolo e lo spirito dell’iniziativa “La banca è in associazione”, che vede partner la nostra banca e l’associazione territoriale di Legnano di Confcommercio.
Con il mese di dicembre la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate aprirà uno sportello di consulenza nella sede associativa di Confcommercio in via XX Settembre a Legnano e, una volta la settimana, il mercoledì, dalle 11.00 alle 12.00, gli iscritti all’associazione potranno ricevere assistenza e consulenza finanziaria da un operatore. Bcc e Fidicomet, il Confidi di Confcommercio, a tal proposito hanno stipulato il 2 dicembre un accordo di collaborazione che punta a rafforzare e consolidare il tessuto imprenditoriale locale e la collaborazione fra imprese, enti territoriali e sistema bancario con specifiche linee di credito, prodotti e servizi appositamente studiati per accompagnare l’attività degli esercenti. Nel pacchetto di prodotti e servizi offerto dalla Bcc agli associati Confcommercio si va dal mutuo flessibile per il pagamento di imposte, tfr, mensilità aggiuntive e fornitori al conto corrente dedicato a costo fisso, dal servizio P.O.S. a canone zero e a installazione gratuita al finanziamento del negozio virtuale per creare il proprio e-commerce e sfruttare le grandi potenzialità commerciali del web. Se quindi l’obiettivo primario ed estremamente concreto è aiutare gli associati a superare i problemi di liquidità senza toccare la cassa, nell’accordo figura anche, con la possibilità del finanziamento del negozio virtuale, lo stimolo all’innovazione. «Questa iniziativa esprime in modo compiuto la logica del nostro claim “Aiutiamoci a crescere” –commenta il presidente della Bcc Roberto Scazzosi–; ascoltiamo le esigenze espresse dagli attori economici del territorio e, insieme, lavoriamo a creare le soluzioni più idonee. In questo caso, però, non ci siamo limitati a studiare prodotti o servizi dedicati: abbiamo fatto un passo in più, entrando nella sede associativa di Confcommercio a Legnano con uno sportello di consulenza finanziaria. In questo modo i contatti con gli associati saranno continui e ancora più proficui. Abbiamo detto tante volte che dalla crisi si esce tutti insieme o non se ne esce: ecco un modo per fare sistema mettendo in gioco risorse e competenze sedendoci allo stesso tavolo». Questa collaborazione nasce sul territorio e al territorio è destinata; a stipularla sono Bcc e Fidicomet, la prima come soggetto in grado di erogare, oltre all’operatività ordinaria, assistenza e consulenza finanziaria per valorizzare le attività delle imprese operanti nel territorio; la seconda, nel proprio ruolo istituzionale, impegnata a sviluppare e rafforzare iniziative finalizzate a supportare le imprese associate a Confcommercio nei processi di mercato e di crescita attivando contatti sia con enti pubblici e privati, nonché con istituti di credito operanti nel territorio. La Bcc mette a disposizione delle imprese socie delle specifiche linee di credito appositamente create per accompagnarle nelle attività di gestione ordinaria, investimento, capitalizzazione e liquidità. Naturalmente nell’accordo si contempla la possibilità di analizzare, d’intesa con Confidi, ipotesi di intervento utili a soddisfare determinate necessità proprie del tessuto economico sociale oppure in appoggio a programmi realizzati a sostegno dello sviluppo delle imprese. Ad esempio Bcc e Confidi potranno organizzare seminari e workshop formativi gratuiti per le imprese in tema di strumenti di finanziamento e sulla gestione finanziaria d’impresa.
«Sono solito ripetere che per i nostri associati siamo il tempo che a loro manca per i tanti adempimenti cui devono provvedere nei vari ambiti di interesse per la loro attività –dichiara il presidente di Confcommercio Legnano Paolo Ferrè–; grazie a questa collaborazione con la Bcc forniamo un servizio in più, la consulenza su un tema chiave per le imprese, il credito. Oggi più che mai, infatti, alle aziende serve essere accompagnate, guidate e tutelate in questo ambito: servono loro formazione e informazione, serve una cultura specifica per una adeguata e ormai indispensabile patrimonializzazione, specie in un periodo complesso come questo. Noi, da oggi, offriamo alle nostre imprese una consulenza qualificata in materia e con un importante valore aggiunto, quello della territorialità. L’associazione, infatti, fa rete con la Bcc: la banca del territorio sta a fianco della più locale delle imprese, l’esercizio commerciale». Esercizi commerciali che, in questi ultimi anni, hanno sentito in modo particolarmente pesante i morsi della crisi, che si sono tradotti in un calo dei consumi che ha impattato il consumo al dettaglio. Per questo, l’offerta Bcc, in termini di affidamenti e finanziamenti, ha individuato le migliori condizioni possibili di tasso d’interesse applicabile in coerenza con il livello di rischio creditizio dell’impresa richiedente. Sia per le operazioni di impiego sia per quelle di raccolta la banca avrà come base di riferimento i tassi vigenti sui mercati monetari e finanziari al momento dell’erogazione o dell’investimento. «Il tema del credito è stato uno dei più dibattuti nel corso della crisi –commenta Luca Barni, direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate-. Credo che oggi si sia affacciata una consapevolezza che può veramente rappresentare il punto di svolta; la necessità per le imprese di essere ben patrimonializzate per reggere i momenti più complessi e di non dipendere in toto dal credito bancario per la propria attività. In questo frangente, una banca del territorio come la nostra può giocare un ruolo molto importante nei confronti di imprenditori come i commercianti. Se i nostri prodotti bancari scaturiscono sempre da un confronto con le esigenze espresse dagli attori del territorio, questa volta facciamo qualcosa in più; accanto a soluzioni di credito su misura per il commercio, con lo sportello ci mettiamo in ascolto delle loro esigenze. Soltanto attivando questa sinergia si può radicare una vera cultura del credito e –mi viene da dire- soltanto tra soggetti che sono espressione del territorio un progetto come questo può diventare realtà». Dichiara Leonardo Marseglia, direttore Fidicomet: «Questo accordo nasce con l’intento di sostenere le imprese del territorio garantendo loro un buon accesso al credito attraverso gli strumenti più idonei e gli interlocutori più idonei nel sistema creditizio, perché, in questo momento di difficoltà economica e finanziaria, servono persone in banca che ascoltino le esigenze delle imprese. L’associazione e il suo Confidi possono in questo senso essere di aiuto agli imprenditori per capire come interloquire al meglio con il sistema bancario e per riflettere sulla propria struttura finanziaria e la possibilità di migliorarla o integrarla. Agli associati, con lo sportello, sarà offerta un’attività di orientamento al credito e di assistenza finanziaria di base quali strumenti di garanzia implicita nell’attività del confidi, oltre alla tradizionale garanzia consortile quale strumento esplicito di supporto all’ istituto di credito finanziatore. Questo tavolo presenta un importante valore aggiunto: oltre a imprese e banca, infatti, vi siede Fidicomet, un interlocutore competente e disinteressato la cui presenza costituisce un’ulteriore garanzia per le aziende». Nulla si improvvisa; un progetto come la “Banca è in associazione” nasce da un pregresso importante. La Bcc, infatti, in questo progetto sintetizza due iniziative realizzate sul territorio negli ultimi due anni: come ricorda il pezzo sopra, nell’aprile 2014, la banca ha aperto infatti uno sportello di consulenza nella sede di Confcooperative Varese e due anni prima, con la Confesercenti provinciale di Varese, ha siglato un accordo per sostenere la crescita e stimolare l’innovazione delle piccole e medie imprese. Gli associati Confcommercio potranno prendere appuntamento per lo sportello chiamando gli uffici di via XX Settembre allo 0331/440335- 440300, poi digitando 1.
PER APPROFONDIRE
La ricetta Ance per la crisi dell’edilizia
Dal 2006 a oggi il peso economico dell’edilizia è sceso dal 12,7% del valore aggiunto al 9,8%, per la filiera dal 24,8 al 13,1%. Così Ance Bergamo ha lanciato un piano di riqualificazione urbana in linea con gli obiettivi europei che deve integrare tre livelli: la domanda di riqualificazione dei privati (58,7% del mercato e fatturato di 1,8 miliardi nella sola Bergamasca), gli interventi di riqualificazione su servizi e patrimonio edilizio del settore pubblico e interventi strutturanti per cui si possa ricorrere ai fondi europei con quota di cofinanziamento.
Ecco che cosa sono i Tltro di Draghi
I 35 milioni di euro ricevuti dalla Bcc fanno parte della prima asta Tltro (targeted long term refinancing operation, ossia operazione di rifinanziamento mirata a lungo termine) lanciata dalla Banca Centrale europea. Dei 200 miliardi di euro offerti nella prima tran – che, le 255 banche aderenti ne hanno richiesti 82,6. 23 miliardi, pari al 28%, sono andati alle banche italiane, e di questi 2,24 miliardi a Iccrea Banca per conto di circa duecento banche di credito coopera – tivo. I Tltro sono prestiti a un tasso di 10 punti base sopra quello di riferimento con scadenza a 4 anni che la Bce ha lanciato nei mesi scorsi e cui seguirà un’asta l’11 dicembre che offrirà agli istituti di credito una somma ancora superiore e che dovrebbe aggirarsi sui 320 milioni di euro. Le sei successive partiranno da marzo 2015 e si terranno ogni tre mesi. L’obiettivo è quello di vincolare i finan – ziamenti alle banche alla concessione di crediti a famiglie e imprese.
Una storia cominciata oltre 90 anni fa
Se la prima testimonianza di organizzazione tra gli operatori commerciali a Legnano risale al 1922, è con la fine della guerra che nasce l’Associazione Commercianti di Legnano, con Pino Cozzi primo presidente. Alla guida dell’associazione si sono succeduti nelle vesti di presidente Vittorio Airaghi, Felice Bossi e, dai primi anni Ottanta (quando si contavano già 500 associati) al 1998, Mario Rivolta. Nel gennaio 1993 l’Associazione si è trasferita nell’attuale di via XX Settembre. Dal 1998 la carica di presidente è assunta dal Cavalier Paolo Ferrè, che ha affinato e sviluppato con crescente successo i servizi offerti alle aziende, fino a raggiungere il numero di adesioni delle attuali 1200. Oltre all’attività di rappresentanza sindacale, e di tutela degli operatori locali, Confcommercio di Legnano e zona offre servizi sempre più qualificati alle imprese, che possono beneficiare di un vero e proprio network di consulenze personalizzate e di interventi di assistenza, mirati e completi, da parte di personale specializzato che supporta l’associato nelle aree più significative e strategiche dell’impresa. L’Associazione agevola le imprese associate nell’accesso al credito bancario favorendo l’applicazione di tassi di interesse alle condizioni più vantaggiose con particolare attenzione alle operazioni finanziarie di breve e medio termine. In questo campo si distingue l’attività di Fidicomet, sempre sotto la presidenza di Paolo Ferrè.
Il primo sportello in Confcooperative
A fare da apripista agli sportelli della Bcc nelle sedi associative di categoria è stato il servizio attivato dalla primavera 2014 negli uffici di Confcooperative Varese. Un’iniziativa nata dall’appartenenza alla stessa famiglia di imprese; anche la Bcc è una associata e traduce lo spirito mutualistico in azione concreta di sostegno. Che, nel caso di uno sportello, significa ascolto e consulenza per orientare i cooperatori nel complesso mondo della finanza. Era stato chiaro, a tal proposito, il presidente di Confcooperative, Massimo Galli: «Le cooperative nascono per rispondere a esigenze precise: alcune persone si mettono insieme per acquistare prodotti, costruire abitazioni, rispondere a bisogni sociali. Lo scopo mutualistico da cui partono è necessario, ma oggi non più sufficiente: sono imprese a tutti gli effetti e devono sapere come muoversi nell’ambito della finanza». Ergo, attivare uno sportello significa attivare un punto di incontro tra banca e cooperative «nello spirito più autentico del paradigma “vinco/vinci” –sottolinea il direttore Bcc Luca Barni–, dove il proprio successo non è a discapito di quello altrui, ma è frutto di interazione collaborazione e mutualismo»
Hanno detto
Un contributo alle famiglie per far ripartire un settore in crisi. Partiamo dalla famiglia e dal bene-casa per creare un volano che sia di rilancio del settore edilizio. La pesante crisi ci ha posto davanti ad un circolo vizioso dove le aziende in difficoltà hanno trascinato verso il basso anche le famiglie. È necessario invertire questa tendenza. E lo facciamo ripartendo dalle famiglie e dalla casa per cercare di sollecitare e riattivare un mercato che sta pagando uno scotto pesantissimo. I fondi della Bce sono stati dirottati verso una riqualificazione del patrimonio edilizio nella convinzione che le iniziative dedicate alla casa non siano una spesa ma un investimento del quale possono beneficiare sia le famiglie sia le imprese.
Per andare oltre la crisi occorre dare vita ad un circuito virtuoso di sviluppo. È quello che stiamo facendo con questa operazione, rimettendo subito sul territorio i fondi avuti dalla Bce e facendo attenzione ad un settore, come quello dell’edilizia, che è stato tra i più colpiti dalla crisi. L’intento è creare un volano che possa innescare una serie di azioni positive. Per comprendere l’operazione occorre guardarla dall’ottica del nostro claim: “Aiutiamoci a crescere”. Ognuno viene chiamato a fare la propria parte. Come banca, in controtendenza a quello che si dice degli istituti di credito in generale, abbiamo messo a disposizione dei soldi a condizioni favorevoli per operazioni di ristrutturazione immobiliare e di riqualificazione energetica degli edifici. Ora spetta al nostro cliente non restare alla finestra e avere il coraggio di investire da subito.
Credo siano due gli aspetti di questa operazione da sottolineare: innanzitutto la velocità con cui siamo riusciti a mettere a disposizione del territorio i fondi avuti dalla Bce. Il secondo, la tipologia di intervento che con questi fondi si vuole sostenere, ovvero la ristrutturazione edilizia e il risparmio energetico. Passa da questi due elementi il nostro “voler bene” al territorio. Del resto non ci comportiamo così con le persone cui vogliamo bene? Vogliamo che abbiano le opportunità immediatamente e vogliamo che possano crescere bene. Abbiamo a cuore il territorio: puntiamo ad una sua valorizzazione anche attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente; puntiamo anche ad agevolare quegli interventi che fanno bene all’ambiente – in termini di risparmio energetico – ma fanno bene anche al portafoglio in termini di minori consumi.
È la conferma, l’ennesima, della nostra mission: essere vicini al territorio, sostenerlo ponendo le basi necessarie per la crescita. Davanti ad una crisi che ha colpito le famiglie e le imprese, la nostra Bcc si è sempre contraddistinta per l’atteggiamento proattivo: dall’iniziativa fatta per l’anticipo della cassa integrazione per arrivare fino al recente progetto con Avis Legnano in favore delle mense dei poveri, la nostra posizione è stata quella di creare delle opportunità. Anche questa è una grande opportunità: c’è la possibilità di accedere a fondi a delle condizioni agevoli. La speranza è che vi possano accedere in tanti così da rendere ancora più forte e concreto l’intervento in sostegno del territorio.