Dal 1859, un territorio in festa

Storia, tradizione, fede. Il cardinale Dionigi Tettamanzi ha aperto le celebrazioni per la sacra festa di Castano Primo. Ogni 25 anni, l’intera comunità si riunisce attorno al Santo Crocifisso La nostra Bcc a fianco dell’evento. Clementi: «Identici valori sin dalla costituzione dell’istituto»

Storia, tradizione, ma soprattutto fede. Il Santo Crocifisso di Castano Primo raccoglie in sé diversi significati. E le celebrazioni che cadono ogni quarto di secolo sono l’espressione della devozione di un intero territorio. A quei valori, rimasti immutati in un secolo e mezzo, è dedicata la settimana delle solenni Traslazioni prevista dal 3 al 10 maggio, per la quale c’è stata una grande mobilitazione: dalla costituzione del Comitato cittadino fino all’enorme partecipazione della Via Crucis celebrata dal cardinale Dionigi Tettamanzi lo scorso 27 marzo. Davanti ad un movimento di popolo, che è anche sensibilità di un territorio, la nostra Bcc ha voluto esserci: c’è stata fin dall’inizio, ponendosi al fianco delle parrocchie organizzatrici, la prepositurale di San Zenone e Madonna dei Poveri, e facendo da cassa di risonanza di ogni iniziativa. Nella città di Castano Primo sono stati posizionati una serie di totem che ricordano l’importante appuntamento con il logo della Bcc. «I valori che vengono richiamati con questo grande evento sono gli stessi che la nostra Banca continua a sostenere fin dal momento della sua istituzione», ricorda il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Lidio Clementi. «La Bcc è una realtà che ha saputo mettersi al fianco della città, facendosi anche promotrice di iniziative proprie. E per questo la ringraziamo», osserva Fulvio Griffanti, assessore alla Cultura di Castano Primo e componente del Comitato per le Celebrazioni del Santo Crocifisso. Tutto ha avuto origine il 3 giugno del 1859. Alla seconda guerra di indipendenza infatti viene fatto risalire l’episodio miracoloso attribuito alla scultura lignea castanese: allora l’esercito austriaco arrivò a Castano e puntò i cannoni in piazza per fermare l’avanzata delle truppe piemontesi. I fedeli di Castano si rifugiarono nella chiesa di San Zenone e pregarono per tutta notte il grande crocifisso. Quando uscirono la mattina seguente, i militari austriaci se ne erano andati senza sparare alcun colpo. La città era salva: questo fu il miracolo. In ricordo di quell’episodio, la popolazione decise di portare il Santo Crocifisso in solenne processione per le vie della città ogni 25 anni. Un fatto che da allora si ripete con puntualità. Dopo le celebrazioni del 1984, è iniziata un anno fa il cammino di preparazione di quelle previste nella prima settimana di maggio quando con la solenne traslazione, il Santo Crocifisso toccherà i luoghi più significativi della città. Il cammino di preparazione ha toccato il suo culmine con la celebrazione della Via Crucis per la zona pastorale IV. Da tutta la provincia di Milano sono accorsi a Castano Primo: non meno di 4mila persone hanno seguito l’arcivescovo di Milano Tettamanzi nella celebrazione quaresimale; tappa non solamente in preparazione della Pasqua, ma anche della settimana del Santo Crocifisso. Le religiose stazioni che hanno segnato il cammino dei fedeli dalla chiesa della Madonna dei Poveri fino in San Zenone sono state marcate dalle parole di San Paolo. «Speranza e amore: questo è il tesoro che ci è stato rivelato», ha detto il cardinale. «La croce tocca ogni famiglia e ogni popolo», ha proseguito riferendosi «ai fratelli e alle sorelle che rischiano di perdere il posto di lavoro ». Lo sguardo è andato alla situazione del Nerviano Medical Science, centro di ricerche per farmaci antitumorali, dove questo rischio riguarda 700 persone. Un pensiero alle famiglie, ma anche ai malati. Un appello a «tutti coloro che hanno la possibilità di intervenire», ha proseguito il cardinale invocando «solidarietà e giustizia ». Il Santo Crocifisso diventa anche un fattore sociale, movimento di popolo che non può tenere conto delle difficoltà che il territorio sta vivendo. Ecco allora l’invito rivolgere lo sguardo verso di lui, soprattutto in una zona dove la fede è stata sempre motore e azione di molte iniziative. «Le traslazioni vogliono essere l’abbraccio del crocifisso a Castano Primo perché tutti sentano che il suo amore veglia su di noi», ha ricordato don Giuseppe Monti, parroco di San Zenone. Un amore che già la storia, più o meno recente, ha costantemente celebrato. Come hanno testimoniato le due mostre che sono state allestite in Villa Rusconi: la prima, dedicata alla fotografia e agli scatti che sette autori castanesi hanno fatto cogliendo l’occasione dello spostamento della statua lignea dalla sede tradizionale per lavori all’interno della chiesa. La seconda ha invece riguardato la pittura: anche qui, 24 artisti dell’Alto Milanese hanno concesso le loro opere che ritraggono momenti religiosi nella vita della città di Castano e di tutta la zona. L’effetto finale è stato profondamente suggestivo. Non ultimo, il 18 aprile, le celebrazioni del Santo Crocifisso sono tornate nuovamente in piazza: sul sagrato della chiesa di San Zenone gli attori del Teatro Sociale, sotto la regia di Delia Cajelli (autrice anche dei testi), hanno messo in scena “La Passione”; spettacolo che ha condensato le diverse rappresentazioni fatte nella storia delle ultime ore della vita di Gesù. In attesa della lettura scenica dei testi sacri di Arnoldo Foà (all’auditorium Paccagnini il 9 maggio), inizia domenica 3 maggio la settimana delle Solenni Traslazioni: il Santo Crocifisso toccherà ogni giorno un luogo diverso di Castano Primo. Domenica 10 maggio, nella chiesa di San Zenone, la cerimonia di chiusura con l’arcivescovo Tettamanzi. «La speranza passerà per le vie cittadine: si prende un testimone che arriva da lontano e si passa questo testimone alla generazioni future», conclude don Giuseppe Monti.

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