Le Bcc hanno destinato a beneficenza il 6,3% degli utili, contro lo 0,3% delle altre banche

I dati di Federcasse sono relativo a una media degli anni tra il 2008 e il 2018.

Non sono solo numeri, sono azioni reali, sono soldi, che per una volta sono visti in modo positivo, contribuiscono a cambiare la vita delle persone in meglio. I soldi raccolti sul territorio, vengono reinvestiti su quello stesso territorio. Vediamo nel dettaglio cosa succede.

In media dal 2008 al 2018 le Bcc hanno allocato

  • a riserva l’86,8% degli utili,
  • a beneficienza il 6,3%
  • mentre ai soci-azionisti il 2,9%.

Il resto dell’industria bancaria – avendo funzioni-obiettivo diverse – hanno destinato il 40,5% a riserva, il 46,2% agli azionisti, lo 0,3% a beneficienza. I soldi messi a riserva sono stabiliti dalla legge, e servono a tutelare i crediti alle persone e alle imprese.

Le Bcc incarnano un modello di finanza oggettivamente sostenibile nel senso che contribuisce sia alla finanza geo-circolare (il risparmio generato in una comunità viene reinvestito in attività produttive di quella comunità) sia allo sviluppo durevole dei territori: la governance cooperativa rende le banche meno soggette alla possibilità di delocalizzazione dei propri interessi (ad es. per l’acquisizione da parte di gruppi esterni) o a cambi di strategie commerciali che possano nuocere alla clientela locale.

I soci-proprietari sono residenti o con attività nell’area di competenza; non vengono distribuiti sostanzialmente dividendi, il focus è sulla creazione di valore per soci e clienti.

La solidità patrimoniale è data dai soldi messi a riserva con una visione di lungo termine (molto oltre il 70% degli utili a patrimonio).

 

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