Rescaldina, la villa tolta alla mafia diventa una residenza psichiatrica

Un altro simbolo del NO che tutto il paese oppone alla criminalità organizzata. L'immobile di via Melzi accoglierà cinque persone già ospiti del Cps per un progetto di integrazione

Dopo La Tela, osteria sociale nata da un immobile confiscato alla criminalità poco più di un anno fa, un altro edificio di Rescaldina passa dalle mani delle cosche a quelle della collettività.

Sono infatti iniziati in questi giorni i lavori di risistemazione di una villa di via Melzi, confiscata nel 2007 a una famiglia di criminali e sgomberata due anni fa. Accoglierà cinque persone con disagio psichico che saranno coinvolte in un progetto di integrazione. Sono persone già ospiti del Cps di Legnano che così faranno un altro passo verso l’autonomia.

Il progetto è seguito dalla cooperativa Il Portico Persona, dall’Asst Milano Ovest.

Su Legnanonews è pubblicato il testo integrale del discorso del sindaco di Rescaldina Michele Cattaneo, che si conclude così:

Proprio di queste settimane la storia di un cittadino rescaldinese che è venuto da me proprio perché messo in ginocchio dagli strozzini, debiti insormontabili, debiti che crescono ogni giorno, paure, affetti che scompaiono, vite distrutte. Questa villetta è il simbolo del nostro no a tutto questo, del no detto da un intero paese, questa villetta deve diventare, insieme a la Tela il grido che sale da Rescaldina: no alle mafie, no alla criminalità! Ci riprendiamo le nostre vite, le nostre storie, il nostro essere comunità

 

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