Nella fascinosa cornice di Tana d’Orso, il nuovo ristorante del maestro Venanzio in quel di Mustonate, giovedì 30 giugno, si è tenuta la cena di gala della nostra Bcc organizzata in occasione dell’apertura della filiale di Varese. Ed è stato un grande evento, che ci ha permesso di farci conoscere ed apprezzare meglio dal mondo politico, economico e sociale di Varese. Un centinaio i commensali, in rappresentanza di tutte le istituzioni e le associazioni di categoria, che sono stati accolti dal presidente, Silvano Caglio, dai due vice presidenti, Ignazio Parrinello e Lidio Clementi, dal presidente del Progetto soci, Alberto Morandi, dal direttore generale, Paolo Innocenti, e da tutto lo staff del Comitato di direzione e della filiale di Varese. Dopo l’aperitivo all’aperto, si è tenuta la cena, conclusa dai discorsi ufficiali. Prima il presidente, che ha richiamato la particolarità distintiva della nostra Bcc, ovvero la base sociale. Quindi il direttore generale, che si è soffermato sull’importanza che la nostra banca locale ha per il suo territorio di riferimento e di come possa ancora crescere: “siamo pronti a diventare partner di ognuno di voi –ha detto Innocenti–. Perché noi siamo realmente in grado di studiare soluzioni su misura e abbiamo a cuore quello per cui voi vi impegnate: lo sviluppo sociale, culturale ed economico dell’Altomilanese e del Varesotto”. Da ultimo il vice presidente vicario, Parrinello, che ha parlato dell’importanza del movimento del Credito Cooperativo a livello nazionale. È stata poi la volta degli omaggi: a tutti i presenti sono state consegnate delle preziose stampe del ‘700. La cena si è conclusa nel giardino, con una degustazione di si-gari e distillati, mentre si discuteva del progetto di marketing territoriale che la nostra Bcc ha lanciato proprio nel corso della cena: realizzare un vino di Varese. “Perché il vino sovente caratterizza un territorio, ne amplifica la notorietà e sollecita l’interesse di una visita in un numero sempre crescente di appassionati –ha spiegato Caglio–. In altre parole, il vino, le vigne, le cantine, fino ad arrivare alle a-ziende agricole e alle “strade del vino”, sono uno dei tanti strumenti da utilizzare e valorizzare per un’incisiva azione di marketing territoriale. La provincia di Varese non ha una propria etichetta, ma ha molti esperti del settore e addirittura aziende che producono in altre province vini che le rendono famose –e che alla cena abbiamo degustato–. Costruire quindi un vino varesino, miscelando sapientemente vitigni da coltivare in loco, per realizzare un’etichetta che, nel giusto equilibrio di qualità e prezzo, sappia reggere il mercato e portare notorietà alla provincia, è un percorso di cui si deve parlare seriamente”.











