Il consulente finanziario ci aiuta a gestire i nostri risparmi

Azioni, obbligazioni, fondi di investimento. Oggi, come non mai, il panorama degli “investimenti” è variegato, ricco di possibilità, ma, allo stesso tempo, una concreta realtà finanziaria che, per molti, appare ancora molto nebulosa, talvolta stucchevole, altre difficile da capire. Capita spesso, e malvolentieri, che dopo essersi rivolti al consulente di fiducia si varchino le soglie della banca con la sgradevole sensazione di non aver capito appieno quanto fino a poco prima è stato discusso. Con questo numero de “La Voce” inauguriamo una rubrica nella quale, grazie alla collaborazione degli “esperti”, cercheremo di analizzare passo passo, minuziosamente, tutti gli aspetti legati all’investimento del denaro arrivando a rispondere a tutte, o quasi, le domande più classiche. In questo numero abbiamo intervistato Piercarlo Raimondi dell’ufficio titoli della sede di Busto Garolfo.

Raimondi, cosa significa “gestire i propri risparmi”?

“La gestione dei risparmi, in ogni famiglia, è una delle principali preoccupazioni. Proprio per questo bisogna che sia effettuata nella maniera più oculata possibile. “Gestire i risparmi” vuole dire accantonare una certa somma di denaro per i bisogni futuri. L’accantonamento, se è sterile, diventa una forma statica di gestione; se è dinamico diventa “investimento”. 

 E’ ormai voce diffusa che “il risparmiatore tipo non esiste più”, che “sono cambiati i metodi e i modi di investimento”, che “le opzioni a disposizione dei clienti devono essere sempre più variegate”. Cosa si intende?

“Tutto ha cominciato a cambiare in maniera decisa sette, otto anni fa in concomitanza con il cosiddetto “boom della Borsa”. Fino ad allora, il risparmiatore inteso come lo intendiamo oggi non esisteva. Allora ci si trovava di fronte al più classico “investitore” ossia colui che aveva disponibilità finanziarie. Teniamo a mente che fino al 1993 esistevano esclusivamente i Bot (Buoni ordinari del tesoro) e le esigenze di mercato non richiedevano uno sviluppo di Il consulente finanziario ci aiuta a gestire i nostri risparmi questi prodotti finanziari. Tra il ’95 e il ’98, c’è stato il boom dei titoli di Stato e delle azioni, ma la gente, probabilmente in seguito alla novità, investiva i propri soldi senza sapere dove andavano a finire. E’ nata, proprio per sopperire a quelle esigenze, la figura del “consulente”, di un professionista che sa indirizzare il cliente e conosce il mercato. Un mercato che, oggi, offre oltre un migliaio di prodotti finanziari a una figura, il cliente, che non è più semplice “investitore” o “risparmiatore”, ma un risparmiatore-investitore”.

Che caratteristiche deve avere il consulente di fiducia?

“Deve intuire le esigenze del cliente. Deve saper porre le domande e capire quali sono le finalità della richiesta. Logicamente deve conoscere il mercato, i prodotti che esistono e tenersi sempre aggiornato. Il risparmiatore, sfatiamo questa etichetta, non è esclusivamente un cliente con grandi disponibilità finanziarie, ma anche un correntista che dispone di piccole somme che possono, in ogni modo, fruttare bene”.

E questo lo deve saper fare il consulente…

“Il consulente deve consigliare al meglio. Poi, saranno i fatti a rendere o meno giustizia al suo lavoro. Un consulente che lavora male, prima o poi, si troverà di fronte al fatto compiuto. Ossia che nessuno si fiderà più di lui. A proposito vorrei sottolineare che negli uffici titoli della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate la semplice consulenza è gratuita. In altre occasioni, al contrario, un cliente può trovarsi nella condizione di pagare il professionista anche per un semplice suggerimento”.

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