EWS. È dietro questo acronimo di «Early Warning Scores», che letteralmente si traduce in «Punteggi di avvertimento precoce» o, per dirla all’italiana, «Sistema di allarme rapido», che si cela la modalità con cui il nuovo Gruppo bancario cooperativo Iccrea terrà sotto controllo l’andamento di tutte le Bcc aderenti e modulerà il proprio intervento su di esse. In estrema sintesi, il principio di base di EWS è la raccolta di parametri oggettivi su una scala a punteggio, che consente una veloce e condivisa valutazione dello stato “clinico” di ogni Bcc per permettere al Gruppo di effettuare un intervento tempestivo ed appropriato. A ben vedere nulla di nuovo sotto il sole, dal momento che sin dalla seconda metà degli anni ‘70 gli organi che hanno il compito di garantire la stabilità del sistema bancario e finanziario (Banche Centrali, Autorità di Vigilanza, sistemi di assicurazione dei depositi e così via) si sono dotati di sistemi di monitoraggio della situazione tecnica delle istituzioni creditizie, alcuni dei quali fanno uso di metodologie statistiche ed econometriche che, come è stato dimostrato dall’esperienza, sono in grado di prevedere correttamente lo stato della banca in oltre l’80% dei casi. E, per la cronaca, il sistema degli Ews è attivo da anni e con grande soddisfazione nel mondo della sanità, come strumento di sorveglianza per tracciare l’andamento clinico e per avvertire di ogni eventuale possibile situazione di deterioramento. Ma, indubbiamente, gli Ews rappresentano una rivoluzione copernicana per il mondo del credito cooperativo, che ora sarà in grado di individuare le banche che presentano il maggior rischio per l’intero Gruppo e, in ultima analisi, di avere un vero e proprio “rating” delle banche in relazione al loro grado di rischiosità.
Come meglio spieghiamo nelle due tabelle pubblicate in queste pagine, sono 17 i parametri che verranno monitorati dal gruppo e che riguardano voci patrimoniali, di liquidità, della governance interna, creditizie, finanziarie e reddituali. Per ognuno dei parametri verrà definito un valore «atteso» e, a decrescere, saranno stabiliti i valori di attenzione, pericolo e necessità di intervento da parte del Gruppo che arrivano a comporre lo «stato di salute» di ogni singola Bcc in relazione alle luci del semaforo: verde, ovvero situazione ordinaria; giallo, cioè situazione di tensione; rosso, ovvero momento critico. E a ogni «stato di salute» si applicano delle specifiche modalità di intervento da parte della capogruppo. Così si va dalla gestione ordinaria in caso di semaforo verde, a quella coordinata se si è in presenza del giallo, fino alla gestione controllata se, e quando, scatta il disco rosso. «Questo sistema è una delle tante novità che danno una logica alla scelta di rinunciare a parte della nostra autonomia per conferirla al Gruppo -sottolinea il presidente della nostra Bcc, Roberto Scazzosi-: il fatto di avere elementi oggettivi di valutazione dell’andamento di tutti e, quindi, la possibilità di disinnescare sul nascere eventuali crisi di consorelle, infatti, è una garanzia per tutti e, soprattutto, per il patrimonio di ogni nostra banca. In passato, infatti, di fronte alle crisi interne al movimento, le Bcc hanno solo e sempre dovuto pagare il conto. Da domani non dovrebbe essere più così». «Inoltre -fa eco il nostro direttore generale, Luca Barni- è in questa logica che la nostra banca manterrà una sua capacità di agire. Perché se avremo sempre acceso il semaforo verde, potremo operare per perseguire gli obiettivi strategici definiti assieme al Gruppo in un quadro di autonomia decisionale, ovviamente coerente con il contratto di coesione».


