«Partecipare non significa soltanto votare, ma anche adottare stili di vita sostenibili, di consumo e risparmio responsabile, impegnarsi per la comunità e alimentare quei corpi sociali oggi più che mai baluardo di quel “noi”, di quell’essere collettivo che è la società e che rischia di perdersi all’interno dell’individualismo imperante». Questo, in estrema sintesi, il senso del titolo (“L’ora di partecipare”) dell’edizione 2024 del Festival Nazionale dell’Economia Civile, manifestazione giunta alla sua sesta edizione, che si è tenuta dal 3 al 6 ottobre a Firenze e che è stata promossa da Federcasse e da Confcooperative, organizzata e progettata con NeXt (Nuova Economia Per Tutti), con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Assicooper, Coopersystem, Federazione Toscana delle BCC, Frecciarossa e la collaborazione della SEC (Scuola di Economia Civile) e di MUS.E.
«Si tratta di un appuntamento sempre importante per riflettere e fare il punto sul perché del nostro impegno e sugli obiettivi che vogliamo centrare tutti assieme -commenta il nostro presidente, Roberto Scazzosi-. Perché, come è stato detto al Festival, i sali minerali del terreno della democrazia sono quelli della partecipazione, del civismo e della cittadinanza attiva. E quindi è davvero l’ora di partecipare per ciascuno di noi, perché uno sviluppo sostenibile si sostanzia solo con il coinvolgimento attivo e collaborativo dei suoi protagonisti, a qualunque livello ognuno di noi operi».
Tra i tanti temi trattati, che si possono approfondire sul sito internet della manifestazione, ci piace sottolineare che si è parlato dell’importanza di avere una buona sanità per le comunità locali: “Comunità di cura e medicina di territorio” sono infatti stati i temi al centro del panel che si è tenuto durante la seconda giornata e in cui Alessandro Azzi (componente il Cda di “Gemelli a casa – Spa” e presidente della Fondazione Tertio Millennio ETS) ha sottolineato che «nel nostro Paese dobbiamo confrontarci con 3 driver non eludibili: il primo è la glaciazione demografica, per cui è necessario un rilancio della natalità, su cui tanto già si dice. Al riguardo, una recente indagine racconta che in Italia, tra le donne in età fertile, il 21% di queste non vuole avere figli e il 29% è scarsamente interessata. Un altro problema è relativo alla prospettiva di vita: sebbene si alzi sempre di più in termini di età, l’aspettativa di vita in salute a Bolzano è di 16 anni in più rispetto all’aspettativa di vita in salute in Calabria. Il terzo grande problema è poi una visione ospedalocentrica della sanità. Un passaggio indispensabile in queste direzioni è quello innanzitutto di comprendere la necessità di impiegare maggiori risorse per annullare le problematiche già elencate». Giuseppe Milanese (presidente Confcooperative Sanità e presidente Gruppo OSA) ha detto: «In Italia è necessaria una regia unica nazionale più forte, perché nel nostro Paese le differenze regionali sono ancora troppo ampie. C’è da chiedersi, quindi, cosa sarà fatto in tal senso. Un’altra necessità è quella di costruire una vera ed effettiva alleanza tra terzo settore, quindi in questo caso cooperative sociali ed altri stakeholder, e le istituzioni, in modo tale che gli attori del primo possano essere sfruttati a pieno nel sistema sanitario».Tutte tematiche, queste della sanità, che la nostra Bcc affronta da tempo, avendo dato vita da molti anni alla propria mutua di comunità
Simone Mantovani