“Conti correnti, la corsa ai rincari. Per i depositi dedicati alle famiglie spariscono le soluzioni a costo zero e crescono i canoni annui, in media sopra 78 euro. Aumenta il bancomat”. Così titolava, nel settembre scorso, in apertura della pagina di “Economia”, il Corriere della Sera, che pubblicava anche la tabella che abbiamo integralmente riportato qui sotto (aggiungendo, per opportuno confronto, i dati della nostra Bcc), nell’ambito di un articolo con cui dava conto della ridda di lettere arrivate ai correntisti di tantissime banche per comunicare loro che il conto a “zero spese” ormai non esiste più. Va detto che la tabella prevede una giacenza media sul conto corrente di 10mila euro: dato che in qualche modo falsa la realtà, visto che per giacenze inferiori il costo dei conti correnti varia in misura considerevole (valga per tutti l’esempio di banca Intesa, dove il canone annuo arriva a lievitare addirittura a 120 euro). Al di là di qualunque valutazione sui costi dei conti correnti, e al di là del fatto che la nostra Bcc non prende parte alla corsa ai rincari (come si evince dai dati della tabella che, crediamo, non necessitano di spiegazioni alcune), il dato reale che si nasconde dietro a tutti questi numeri è il fatto che i tassi stanno andando a picco. “Da gennaio a oggi i tassi sono crollati di ben il 27% -scriveva, infatti, nell’articolo già citato il Corriere della Sera- e le con- seguenze si cominciano a riflettere sui costi dei conti correnti. E non sol- tanto sulle condizioni standard, ma anche sui costi cosiddetti agevolati, che fino ad ieri erano l’unico argine alla forbice fra costi e interessi ban- cari”. Naturalmente queste sono valu- tazioni non applicabili al Credito Cooperativo, che ha un diverso modo di intendere il rapporto con il rispar- miatore e che in una congiuntura economica come quella attuale rap- presenta davvero una valore per le