Dirsi o Essere banca locale? Non so se avete notato, ma ormai pare diventata una prassi che tutte le banche nel farsi pubblicità si definiscano “banca locale”. Nella realtà le cose non stanno in questo modo. Voi soci mi insegnate che solo le Bcc , sono Banche che hanno nella territorialità, nel servizio alle imprese e ai risparmiatori di un territorio ben determinato e definito. Hanno come punto di forza una governance che rappresenta una vera public company, capace di garantire una sorta di mutualità territoriale o se si vuole, di responsabilità sociale. Per di più sono cooperative caratterizzate da assenza di lucro. Gli utili vengono, infatti, reinvestirti sul territorio in sponsorizzazioni e beneficenze, oltre che sui soci. Svolgiamo, così, un ruolo fondamentale di motore di crescita per tutte le componenti della comunità che è nostro compito servire. Quante altre realtà bancarie possono dirsi tali? Quante agiscono in questo stesso modo. Ben venga la concorrenza tra banche che stimoli tutti ad offrire servizi più qualificati e ad ottenere miglior efficacia ed efficienza, ma attenti a coloro che vendono slogan. Per noi essere banca locale non è uno slogan è il nostro agire quotidiano, è il fondamento del nostro essere. Le risorse della Bcc rimangono sul territorio: la Banca consente in questo modo alla comunità di partecipare direttamente alla sua crescita e assicura che le scelte di sviluppo che lo riguardano siano autonome. Per concludere permettetemi una riflessione, tanto spazio di questo numero è dedicato al bilancio 2003, un bilancio fatto di ottimi numeri che denota una crescita armoniosa di tutta la nostra struttura. Non dimentichiamo che dietro ai numeri ci sono tante risorse che lo hanno conquistato.
di Gianni Macchi
Da partecipazione passiva a partecipazione attiva
Questo numero de La Voce esce in un momento particolarmente importante per il nostro Credito Cooperativo. L’assemblea annuale dei Soci è il compimento di un anno di lavoro dove, davanti a tutti voi, si presentano i numeri e le attività della nostra Bcc. In questo editoriale vorrei puntare l’attenzione sulle modalità di lavoro con cui il nostro ufficio al secondo piano della sede di via Manzoni sta operando ormai da oltre un anno. Modalità che hanno dato i frutti sperati e che hanno trovato l’alto gradimento delle persone che a noi si rivolgono. L’attenzione nei confronti della società e del territorio in cui operiamo è passata, consentitemi il termine, da attenzione “passiva” ad attenzione “attiva”. L’opera di solidarietà e di vicinanza nei confronti del mondo associativo locale è sempre la stessa: premurosa, minuziosa, propositiva. Ma – e questo è l’aspetto su cui vorrei porre l’accento – le modalità con le quali ci siamo avvicinati alle persone del nostro territorio sono radicalmente cambiate e hanno dato risultati sia per quanto riguarda il nostro lavoro di tutti i giorni, sia nell’ottica che ci eravamo prefissati all’inizio della nostra avvenuta: diventare persone fisiche attente alle esigenze e alle necessità del territorio. Diventare persone “fisiche” significa presentarsi a vis a vis, vedere negli occhi i nostri interlocutori, capire le loro esigenze e avvicinarci alle loro richieste nella maniera migliore e più professionale possibile. Diventare, in sostanza, parte attiva del processo che porta all’erogazione delle beneficenze e delle sponsorizzazioni in quella fase che va dalla presentazione delle richieste all’erogazione effettiva dei contributi. Dinamismo e presenza, dunque, possono essere i sostantivi che ci hanno caratterizzato fino a oggi e che ci caratterizzano nei prossimi mesi. Conoscersi per conoscere, stringersi la mano per familiarizzare, chiacchierare per unirsi nella simbiosi naturale che da sempre spinge la nostra opera di vicinanza al territorio. In due parole: essere presenti.
di Alberto Morandi

