“Per affrontare il futuro dovete recuperare la memoria. Perché oggi la società si trova a fare i conti con le stesse problematiche con cui si sono confrontati i padri fondatori che hanno dato vita alla vostra banca. La spinta al mutualismo e alla cooperazione della fine dell’Ottocento, infatti,derivava dalla necessità di affrontare i grandi cambiamenti del XX secolo: incognite che generavano nella gente situazioni di disagio, paura e stress. Da qui la forte spinta dal basso per la creazione di soggetti sociali in grado di dare sicurezza, di offrire mutuo soccorso. E oggi è la stessa cosa: l’incognita che fa paura, che genera stress, è la globalizzazione. Un processo che domina lo scenario economico e sociale e che, in svariate situazioni, manda in crisi le certezze della gente. E qui entrate in scena voi, veri e propri mercanti della fiducia, perché rinverdendo i valori di mutua assistenza e cooperazione, fornite alla gente e alle imprese una serie di certezze a cui aggrapparsi. Rappresentate una bussola che rende in qualche modo più tranquillo il cammino verso l’incognita del futuro”. Aldo Bonomi, apprezzato sociologo ed editorialista, direttore e fondatore dell’isti- tuto di ricerca Aaster (asso- ciazione agenti di sviluppo del territorio) e consulente del Cnel, è stato il vero mat- tatore del convegno “Localismo e globalizzazio- ne” che si è tenuto martedì 18 novembre, nella sede di Busto Arsizio dell’Unione degli industriali della provin- cia di Varese, ad apertura della settimana di manifesta- zioni organizzate attorno all’inaugurazione della nostra nuova filiale di via Lissoni. A fare gli onori di casa, Antonio Colombo, direttore dell’Univa (associazione a cui aderiscono 1.400 imprese, in stragrande mag- gioranza con meno di cento dipen- denti, per un totale di 74mila addet- ti), che nel suo saluto ha sottoli- neato l’attenzione con cui gli indu- striali guardano alla nostra Bcc. “Le banche locali sono sempre più rare -ha attaccato Colombo- e l’apertura di questa filiale è per noi motivo di piacere e di interesse. Un fatto a cui guardiamo con attenzione e per il quale ci complimentiamo. L’auspicio è che la Bcc possa rinnovare quella specificità che ha da sempre caratterizzato le banche locali e di cui si sente la mancanza. E, cioè, l’attenzione alle persone: la disponibilità a valutare gli imprenditori sulla base delle loro idee e della loro capacità di fare. Un parametro di valutazione virtuale che speriamo davvero di vedere applicato”. Parole di apprezzamento, dunque, quelle del direttore dell’Univa “che ci ha riservato un’apertura di credito in bianco -ha commentato Gianni Macchi, direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate-. Ora sta a noi recepirla, coglierla e trasformarla in opportunità”. A spiegare come è toccato a Silvano Caglio, presidente della nostra Bcc, che tirando le conclusioni del convegno ha sottolineato con forza che “vogliamo sostenere la crescita dei nostri territori, con una corretta politica dell’accesso al credito, che sappia garantire degli equi costi del sistema finanziario, soprattutto per le piccole imprese, che rappresentano la rete viva e vitale di questa nostra zona e, più in generale, dell’intero sistema economico italiano. La nostra è un’ambizione importante: diventare per il Varesotto e l’Altomilanese la banca locale di riferimento, in modo tale che la nostra vocazione di fondo si concretizzi appieno: diventare partner naturale per la crescita e lo sviluppo della nostra comunità locale. Nei fatti già siamo l’unica banca locale di questo territorio: l’unica banca che ha qui la struttura decisionale, il cuore della propria attività. Forte di un percorso ultracentenario, cominciato nel 1897 a Busto Garolfo, e di una modernità di gestione che si è perfezionata dopo la fusione con Buguggiate, avvenuta quattro anni fa, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha oggi tutti i mezzi per sostenere al meglio, con puntualità e competenza, la crescita del nostro territorio, e per dare risposte chiare, rapide ed esaurienti alle imprese della nostra zona”. Fin qui il “botta e risposta” tra Univa e Bcc, che lascia ben sperare per possibili collaborazioni future a favore -per dirla con Bonomi- di quel “sistema territoriale”, rappresentato dal Varesotto e dall’Altomilanese, che è una delle “piattaforme territoriali” più importanti all’interno di quella che il sociologo ha chiamato la “città infinita”. Ovvero quella porzione di territorio che si estende dalla Malpensa sino ad Orio al Serio, che rappresenta un conti- nuum territoriale lungo la cosidetta “Pedemontana lombarda”, che ha superato -e in larga misura annacqua- to- le identità comunali e che conta al suo interno quattro milioni di abitanti, 460mila imprese, un milione e 600mila posti di lavoro e tre milioni e 200mila autoveicoli. “La città infinita è un gran- de luogo iper moderno -ha spiegato Bonomi, che questi territori ha a lungo studiato e analizzato-, dove c’è il più alto tasso di sportelli bancari, quindi la più alta competizione tra banche locali, regionali e grandi gruppi, e dove la flessibilità è già una realtà, vista la pre- senza del più alto numero di agenzie di lavoro iterinale”. In questo contesto, “dove un grande gruppo bancario (Intesa, ndr) si è fatto male e le banche regionali hanno lasciato grandi spazi -ha chiosato Bonomi- ci sono grandi spazi di crescita per le Banche di Credito Cooperativo”.





