Un “prof” molto speciale

Per un giorno docente di economia. La Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate il 19 gennaio è intervenuta al ciclo di incontri “Le radici della crisi finanziaria e le vie d’uscita possibili”, organizzato dal Creares, il Centro di Ricerche su etica negli Affari e Responsabilità sociale dell’Università dell’Insubria. Al Dipartimento di Economia di Varese è salito in cattedra il direttore generale Luca Barni. A lui è stato affidato il compito di illustrare “la risposta delle Bcc alla crisi finanziaria”, come recitava il titolo dell’incontro, perché «le banche locali hanno il contatto con il territorio e con le imprese», ha detto il vicedirettore di Creares, Cristiana Schena. La risposta delle Bcc parte «dal capire cos’è il Credito Cooperativo; quali sono i suoi fondamenti, i suoi valori e la sua organizzazione», ha spiegato Barni. «Siamo la sola banca locale del territorio: riusciamo a capire come la crisi si riflette sui comportamenti dei nostri clienti, delle imprese e delle famiglie». Il quadro attuale registra un atteggiamento di attendismo. Come ha descritto il direttore della Bcc: «C’è una richiesta minore di credito sia per quanto riguarda la gestione aziendale, sia per gli investimenti. L’economia dell’Alto Milanese e del Varesotto è però sana. La fortuna della zona in cui operiamo è nella diversità della produzione: non esiste un unico settore trainante, come invece avviene in altre aree della Lombardia». Secondo Barni l’attuale momento di difficoltà «è nato come crisi finanziaria, ma si è riverberato sul sistema diventando una crisi di sistema: si è rotto quel processo dove il debito sostiene il consumo». Le soluzioni di ingegneria finanziaria hanno portato ad annullare la percezione del rischio, l’eccessivo sostegno del consumo con il debito e un sistema finanziario che si è autoreferenziato. «La finanza non è andata al servizio dell’economia reale e questo ha portato alla crisi dell’intero sistema», ha ricordato il direttore. La Bcc trova nei suoi valori fondanti la risposta alla crisi. «Restiamo fortemente ancorati ai valori di mutualismo e responsabilità sociale, che sono all’origine del Credito Cooperativo», ha proseguito Barni. Innanzitutto, la solidità dell’istituto: «Il patrimonio viene usato come leva per far crescere la banca. Originiamo rischio per gestirlo e non per distribuirlo, senza andare a debito sull’intero sistema». Primario è il forte legame con il territorio. Ha concluso Barni: «Investiamo il denaro là dove lo raccogliamo. La nostra redditività va a sostenere il patrimonio, quindi a rafforzare le aziende».06

0 replies on “Un “prof” molto speciale”