Un “Parco Industriale” per nuove attività produttive: c’è questo nel futuro dell’area che per lustri ha ospitato lo stabilimento Abb di Legnano, che negli ultimi anni si è imposto come sito produttivo leader nel campo della progettazione e costruzione dei trasformatori di grande potenza. Una leadership, però, che nulla ha potuto contro la mancanza di commesse e il sottoutilizzo degli impianti, che portavano a continue perdite di esercizio. Da qui la decisione di Abb di trasferire all’estero la produzione, con la conseguente cessazione dell’attività a Legnano e la richiesta di cassa integrazione per 249 lavoratori. Una vera e propria crisi per il territorio, che per mesi ha mobilitato tutto l’Altomilanese, e che si è conclusa senza nessun passo indietro da parte di Abb sulla scelta di chiudere Legnano. Così, alla fine, nel marzo scorso, è stata adottata la soluzione del “Parco industriale”, ovvero della trasformazione dell’ex stabilimento in un’area destinata ad accogliere nuove aziende, che saranno incentivate a localizzarsi a Legnano attraverso le stesse provvidenze della legge 181/89 già previste, negli anni scorsi, nell’area di crisi di Arese. Gli incentivi per chi deciderà di aprire la propria attività a Legnano saranno tantissimi e il ministero è pronto a giocare anche la carta del “Contratto di programma”: uno strumento che riduce al minimo le procedure per l’apertura di nuove aziende e favorisce il reinserimento dei lavoratori. Ma ci vorranno comunque degli anni prima che il “Parco” prenda il posto, nella nostra economia, dello stabilimento Abb.

