Riforma, un’occasione da cogliere

Roberto Scazzosi, presidente Bcc Busto Garolfo e Buguggiate

Avrei sperato di scrivere un editoriale più natalizio per l’ultimo numero della Voce, invece le vicende del Movimento Cooperativo sull’attuazione della Riforma mi obbligano a usare toni più critici. Al momento di chiudere questo numero, infatti, la situazione vede ancora, in prospettiva, la nascita di due gruppi, quello guidato da ICCREA Holding e quello che fa capo a Cassa Centrale Banca. Insomma, contrariamente agli auspici con cui questa riforma era nata, la strada per il gruppo unico sembra sbarrata. Come BCC di Busto Garolfo e Buguggiate noi abbiamo appoggiato da subito il progetto di gruppo unico promosso da Federcasse e non possiamo che essere critici verso la nascita di un secondo gruppo. Il perché è semplice: il gruppo unico significa maggior forza patrimoniale, identità unica in tutta la Penisola, più risorse per gli investimenti e l’innovazione e maggiori sinergie, quindi abbattimento dei costi senza intaccare i servizi. Quali sono le ragioni per la nascita di un secondo gruppo, gruppo che ha il proprio nucleo nelle BCC del Trentino? Vi confesso di non averlo capito, per il semplice motivo che ragioni plausibili non sono state addotte. Il presidente di Cassa Centrale Banca ha dichiarato più volte di voler “salvaguardare e valorizzare il rapporto con il territorio e l’identità della banca locale”. Benissimo, siamo tutti d’accordo su quella che è una ragione di principio, ma perché non formare tutti insieme un unico gruppo più forte? Mistero. Quali saranno le conseguenze della nascita di due gruppi, se l’ipotesi non sarà scongiurata? L’indebolimento del sistema: questa è l’unica certezza. A tal proposito sottoscrivo in toto quanto dichiarato dall’economista Stefano Zamagni: “è da idioti pensare che in economia il duopolio sia migliore del monopolio”. Ed è un vero peccato sprecare un’occasione storica come quella offerta, a inizio 2015, dal Governo. Lo è ancora di più perché la riforma definitivamente approvata dal Parlamento ad aprile, dopo un forte impegno a cambiare la clausola way out della prima formulazione, aveva accolto nella sostanza tutte le proposte di Federcasse. Si apriva quindi la possibilità di dar vita a un gruppo unico bancario che sarebbe stato il primo per capitali italiani e per sportelli, capillarmente presente nel nostro Paese. Se così non sarà –un ultimo incontro per ricomporre le divergenze è in programma prima di Natale– potremmo trovarci di fronte a una situazione paradossale, una competizione tutta interna al mondo cooperativo. Vi sembra nella filosofia cooperativa avere come competitor altri cooperatori? A me sembra un assurdo e spero che in extremis si eviti la frattura. Lo dico perché come presidente della nostra BCC non posso esimermi da guardare a quanto accade nel nostro movimento, proprio per come la nostra banca ha sempre vissuto questo impegno e per le prospettive che l’autoriforma apre. Una banca cooperativa come la nostra vive con il territorio, ma anche con le dinamiche del movimento con cui condivide le ragioni della propria missione ed è per questo che ritengo importante salutarvi con questo messaggio molto franco. Anche quest’anno come Cda, come dirigenza e come struttura siamo stati dalla parte delle imprese che producono ricchezza e benessere per il territorio, delle famiglie, degli enti e delle associazioni impegnate negli ambiti della Salute, della Formazione, della Cultura e dello Sport. Possiamo dire di aver fatto ancora una volta la nostra parte per questo territorio e possiamo dire che lo stesso faremo nel 2017 alle porte. A tutti i miei migliori auguri di Buon Natale e felice anno nuovo.

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