Noi ci siamo sempre

Il direttore Luca Barni

Guardo alle mie spalle prima di parlare del nostro futuro. E torno al 2009, quando la crisi ha cominciato a far sentire i suoi effetti. Nel primo editoriale di quell’anno scrissi che le previsioni negative sulle prospettive economiche avrebbero potuto portare al credit crunch, ossia alla stretta sul credito, ma –avevo aggiunto– noi ci saremmo stati comunque per la nostra clientela. E così è stato. Dodici mesi dopo, nell’editoriale del marzo 2010, avevo scritto che noi, partner dell’economia reale, avevamo continuato a dare credito, nonostante l’aumento della rischiosità correlata e quindi l’incidenza negativa sulla redditività. Ergo la Bcc soffriva con il suo territorio senza cedere alle tentazioni di una finanza ben più remunerativa fatta di pura speculazione. Facciamo un salto di altri dodici mesi, eravamo a inizio 2011 e davamo una notizia: per la prima volta nella loro storia le Bcc chiudevano in rosso il bilancio. In questo quadro la nostra banca teneva ancora alta la testa e manteneva la propria mission: sostenere il territorio. Per continuare a fare questo, e a farlo sempre meglio, abbiamo rivisto la mentalità aziendale e abbiamo speso il nostro impegno in un’ottica di condivisione delle soluzioni sul territorio. Tre editoriali scritti con una speranza nemmeno troppo velata, che qualcosa potesse cambiare. È successo? Guardando i dati dell’economia reale no; quindi a cosa improntare questo editoriale? Al più cupo pessimismo a oltranza? No, noi siamo una banca giovane con organi di governo e direzione giovani; quindi è naturale proiettarci attivamente nel futuro, non semplicemente pensarci su. Cosa dovremo essere lo ha spiegato chiaramente il presidente di Federcasse Alessandro Azzi: coerente e competitiva, mutualisticamente orientata, una banca dei soci e che ai soci offre non più solo condizioni bancarie vantaggiose, ma anche canali diretti a offrire servizi e vantaggi extrabancari, slegata quindi dall’asservimento all’intermediazione tradizionale. Una banca che, commercialmente, ci piace definire, proattiva e valoriale insieme, per i clienti e i soci. Ma le buone intenzioni devono fare i conti con una realtà profondamente globalizzata, con un mondo in cui i debiti sovrani dei Paesi europei influiscono direttamente e pesantemente, a causa della speculazione finanziaria, sulle dinamiche di costo nella raccolta diretta del denaro. E anche se con il Governo Monti i tassi dei titoli di Stato si stanno abbassando, avere di questi concorrenti non è proprio il sogno delle banche, tanto più delle banche locali. Ci siamo mossi da tempo, soprattutto dopo le enormi difficoltà del 2011, per estendere l’area dei ricavi, per contenere i costi e controllare i rischi: ma non è detto che tutto ciò basti. Come procedere allora? Nulla di sconvolgente: esiste un territorio che ci conosce e che noi conosciamo bene. Se la Bcc deve continuare a fare la sua parte non abbiamo paura a ripeterci. Noi ci siamo, come sempre: via Manzoni 50, Busto Garolfo, chiunque voglia fare qualcosa per il territorio è benvenuto.

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