Martina realizza il suo sogno: a Rio gareggia in sei specialità di nuoto

L'atleta di Villa Cortese è volata alle Paralimpiadi con la famiglia vivendo un’esperienza straordinaria. Mattarella agli azzurri: «Date al mondo l’immagine dell’Italia che vogliamo»

16Ha solo diciotto anni, ma le sue capacità e la sua grinta l’hanno già portata a tagliare un traguardo che per moltissimi atleti rimane solo un sogno per tutta la vita. Martina Rabbolini, la nuotatrice nata e residente a Villa Cortese detentrice del record italiano dei 100 rana in vasca lunga e corta, quest’anno ha agguantato la sua prima Paralimpiade, competendo a Rio in ben sei specialità: 100m dorso e rana, 50m e 10m0 stile libero, 40m stile e 200m misti. «Sei gare sono tantissime» fa notare Rabbolini con orgoglio, e ricorda: «A Rio de Janeiro sono stata l’atleta più giovane della delegazione nazionale del nuoto e la seconda atleta più giovane, in assoluto, della delegazione italiana». Rabbolini ha gareggiato a Rio 2016 nella classe di disabilità S11, atleti non vedenti. Ha imparato a nuotare ancora prima di camminare e la voglia di portare la sua passione a un livello superiore è arrivata molto presto. «La mamma mi ha buttata in piscina a tre mesi e dall’acqua non sono più uscita –scherza–. Fino a dieci anni ho frequentato dei normalissimi corsi di nuoto, una o due volte la settimana, ma poi ho capito di volere di più e ho chiesto ai miei genitori di fare sport a livello agonistico. Da sette anni mi alleno a Busto Arsizio, alla piscina Manara, assieme al mio allenatore Andrea Caruggi». L’impegno è divenuto enorme, ma questo non ha impedito a Martina di dedicarsi allo studio: quest’anno avrà anche la maturità, al liceo linguistico di Arconate, dopodiché andrà all’università, per studiare fisioterapia.
I sogni che Martina sente di poter realizzare sono ancora tanti e la sua mente, come quella di ogni atleta vincente, è tutta proiettata al futuro, con la consapevolezza che l’avvenire si costruisce a partire dal presente, bracciata dopo bracciata: «Dopo Rio 2016 sono determinata a ripetermi a Tokyo 2020 –dichiara– ma la strada è lunga: nel 2017 ci saranno i mondiali, nel 2018 gli europei, e poi ancora i mondiali e gli europei. Dovrò lavorare sodo per i prossimi anni, con la mente centrata sull’obiettivo: da ottobre ricomincio gli allenamenti». La prima volta alle Paralimpiadi ha portato a Martina non solo a conquistare un ottimo sesto posto nella finale dei 100 rana, ma soprattutto ad acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, crescendo anche dal punto di vista umano. «Le Paralimpiadi di Rio le ho vissute al fianco della mia compagna di squadra Cecilia Camellini [tre Paralimpiadi all’attivo, con due ori, tre argenti e due bronzi, n.d.r.], che gareggia nella mia stessa categoria ed è il mio punto di riferimento, sia atletico sia umano» spiega Rabbolini.
E proprio dal lato umano l’esperienza di Rio 2016 è stata arricchita, per Martina, dalla presenza della famiglia a bordo vasca: papà Cristian, mamma Sara e il fratello più piccolo Edoardo sono volati in Brasile anche grazie al sostegno della nostra Bcc. «Dire che abbiamo vissuto un’emozione enorme è poco –dice Cristian Rabbolini–. Oltre all’orgoglio di vedere la nostra Martina farsi onore in acqua, abbiamo avuto l’opportunità di visitare la città e conoscere un popolo, quello brasiliano, pieno di calore. L’evento è stato organizzato in maniera impeccabile e ci siamo sempre sentiti tranquilli e sicuri». La partecipazione a Rio 2016 ha portato Martina Rabbolini anche a essere sotto i riflettori. Le richieste di interviste si sono susseguite prima, durante e dopo le competizioni e l’abbiamo spesso vista, sorridente e grintosa, davanti alle telecamere di RaiSport, a raccontare le gare e a commentare i risultati.
Un’occasione di visibilità che non riguarda solo l’atleta di Villa Cortese, ma tutto il nuoto e gli sport paralimpici in generale. Gli atleti italiani hanno portato a casa ben 39 medaglie (10 ori, 14 argenti e 15 bronzi), di cui 13 nel nuoto. In totale 11 podi in più rispetto a Londra 2012: non andavamo così bene da Atlanta ’96, vent’anni fa. A Rio 2016 l’Italia ha così conquistato la nona posizione nel medagliere, entrando nella top ten dopo ben 44 anni di assenza. Un exploit che è anche il frutto del grande lavoro svolto Comitato Italiano Paralimpico con il suo presidente, Luca Pancalli (atleta con quindici medaglie paralimpiche all’attivo), e che concorre a diffondere sempre di più fra le persone disabili la consapevolezza che le porte dello sport sono aperte anche per loro e il tifo degli italiani è sempre più grande. E proprio l’Italia, non tutti lo sanno, può vantare di avere dato i natali alle Paralimpiadi. Lo ha ricordato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 6 settembre scorso, salutando gli atleti in procinto di partire per Rio de Janeiro: «Noi italiani abbiamo un motivo di orgoglio, quello di aver dato inizio ai giochi Paralimpici nel 1960. Fu infatti grazie all’intuizione e al lavoro di Antonio Maglio – ha affermato – che si riuscì ad abbinare questa manifestazione ai Giochi Olimpici di Roma. Questa è una medaglia che ci teniamo stretti e che teniamo a onorare». Nella stessa occasione Mattarella ha poi voluto congratularsi con il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, «anche per aver predisposto Casa Italia in una zona di Rio segnata da povertà ed emarginazione nel segno della condivisione e della solidarietà, e di aver donato parte delle risorse per l’organizzazione di un progetto di promozione sociale, che -sono certo- darà buoni frutti. Anche questo è un modo, un bel modo, per dare al modo l’immagine dell’Italia che vogliamo».

Gli atleti del nostro territorio alle Paralimpiadi: la stella è Federico Morlacchi

18L’Altomilanese e il Varesotto sono stati rappresentati ai XIV Giochi Paralimpici estivi di Rio 2016 da un buon numero di atleti, sia originari del nostro territorio, sia tesserati di club che hanno sede qui da noi. Matteo Bonacina e Gianpaolo Cancelli, per esempio, sono bergamaschi ma hanno portato in Brasile i colori della Arcieri Castiglione Olona, gareggiando nel tiro con l’arco. Lo sport che ha dato più soddisfazioni al nostro territorio è stato il nuoto. Oltre a Martina Rabbolini –che è nata a Villa Cortese, è tesserata per la GSD Non Vedenti Milano e si allena a Busto Arsizio– sono stati convocati alle Paralimpiadi quattro nuotatori della POLHA Varese, associazione polisportiva che la nostra BCC ha avuto l’occasione di sostenere negli ultimi anni. Alessia Berra, nata a Monza ma ormai di casa nel Varesotto, è arrivata sesta nella finale dei 100m delfino S13. La malnatese Arianna Talamona è stata 12ma in batteria nei 100 dorso S7. Fabrizio Sottile, nato a Segrate, ha potuto esordire a Rio dopo l’esclusione della Russia ai giochi paralimpici e ha gareggiato nei 100 dorso S12 e nei 100 rana SB12. Il luinese Federico Morlacchi, classe 1993, affetto da ipoplasia congenita al femore sinistro, è senza dubbio la stella del nuoto italiano paralimpico: tra Londra 2012 e Rio 2016 ha vinto ben sette medaglie, di cui una d’oro conquistata proprio quest’anno nei 200 misti, categoria SM9, e tre argenti sempre quest’anno (100 farfalla, 100 e 400 stile libero). Inoltre è anche un due volte campione del mondo (Montréal 2013 nei 100 farfalla, 200 misti a Glasgow 2015) e un dieci volte campione agli Europei, dove ha vinto l’oro nelle ultime due edizioni in cinque specialità (100 farfalla, 100 rana, 100 e 400 stile libero, 200 misti). Morlacchi è anche il detentore del record del mondo dei 100 farfalla in categoria S9, con un tempo di 58”91.

Per saperne di più

Tutti gli atleti della delegazione italiana

http://www.rio.comitatoparalimpico.it/menu/all-athletes.aspx?overview=1

http://www.rio.comitatoparalimpico.it/menu/il-portabandiera.aspx

La fotogallery del Comitato Italiano Paralimpico

http://www.rio.comitatoparalimpico.it/menu/photogallery.aspx

Pagina Facebook di Martina Rabbolini

https://www.facebook.com/Martina.Rabbolini.Fanpage/

POLHA Varese

http://www.polhavarese.org/

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