La nostra riforma è figlia del bail in

Perché serve la riforma? Perché c’è il bail in. Se ne è parlato tanto prima di Natale. Ho scritto a settembre dell’anno scorso un editoriale su un quotidiano nazionale sull’argomento; ho mandato il testo al direttore che mi ha telefonato dicendo: professore, questo bail in è una cosa complicata che non tocca nessuno. Poi sono venute le quattro banche e ci siamo accorti che il bail in ci tocca. Il bail in non è cosa nuova; è la cosa più vecchia che ci sia. Busto Arsizio, nel 1922, ha visto fallire la più grande banca d’Italia del tempo. Con quel fallimento i bustocchi persero tutti i loro risparmi. Perché il bail in? Perché dal 1993 non c’è più la regolazione bancaria, quel sistema ingessato che faceva sì che le banche avessero un loro posto, una loro funzione e un margine di profitto garantito, con una forbice di interessi larghissima. Con la globalizzazione il sistema economico italiano non poteva più permetterselo; era un’ assicurazione troppo forte per il premio che si pagava e lo pagava tutta l’economia. Si è arrivati quindi al bail in, ossia a dire che la banca deve essere il più efficiente possibile.
Se non lo è ci va di mezzo chi possiede la banca e chi si è fidato di quella banca, non la comunità nazionale o i contribuenti dell’UE. Il punto è: come si fa efficienza? Il pensiero unico ci ha fatto dimenticare cose fondamentali e trascurare quello che il Credito Cooperativo è stato fino a oggi. Oggi efficienza è sinonimo di dimensioni, di economie di scala: abbiamo dimenticato che nel 1898 l’economista Alfred Marshall disse che le economie di scala si possono fare anche attraverso il coordinamento in rete. Siamo la patria dei distretti industriali, che sono nati con questa logica, e va ricordato che così sono nate le imprese cooperative, che avevano come strumento principale il foedus, il patto; un sistema di scambio di fiducia e di responsabilità. Sono due i modelli per fare efficienza; quello delle dimensioni, come hanno fatto le grandi imprese e le grandi banche, che sono sempre meno e che, facendo impresa con le dimensioni, sono ancora troppe. L’altro sistema dà un vantaggio oltre all’efficienza, ed è il benessere del territorio. La banca cooperativa è nata con un modello di sviluppo relazionale e non dimensionale proprio per stare vicino al territorio. Tutte le banche sono nate per superare asimmetrie informative, perché se sapessimo come operare non servirebbero le banche a fare da intermediario. Oggi molte asimmetrie sono superate con il web, ma, di fatto, il rapporto con i territori è necessario. Le banche hanno bisogno di essere radicate perché altrimenti i risparmi possono essere portati altrove, magari per un maggior guadagno. C’è bisogno, quindi, di una banca del territorio. Mettere insieme dimensione e localizzazione si può fare solo con una rete sempre più coesa. Il bail in impone economie di scala; non obbliga solo a essere efficienti, ma a tenere gli occhi aperti, perché l’interesse della banca può non coincidere con il nostro interesse. Noi dimentichiamo che esistono banche dove l’interesse della banca è il tuo, perché la banca sei tu, con la tua rappresentanza, che deve essere certamente onesta e capace, che non può che fare il tuo interesse. Non capiamo le banche tedesche, perché non capiamo che queste nascono da un sistema corporativo, come espressione dei corpi locali, dei territori per gestire i propri interessi: la banca sei tu che sei socio. Le grandi banche hanno riempito in questi mesi pagine con paramentri per dimostrare di essere efficienti, ma fino a che punto puoi dire di fare interesse dei tuoi clienti? Non è solo questione di onestà ed efficienza, ma anche di conflitto di interessi . C’è la banca che fa l’interesse dei soci e la banca che fa impresa, quindi l’interesse degli azionisti. La riforma innescata dal bail in è una strada che mette le BCC in vantaggio competitivo perché curano l’interesse dei soci, mentre le altre la massimizzazione del profitto.

Pietro Cafaro, professore di Storia economica Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

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