Cade in un momento molto particolare questo numero della Voce, fra le ultime fasi dell’iter della riforma del Credito Cooperativo e la presentazione del bilancio 2015, su cui sarà chiamata a esprimersi l’assemblea dei soci convocata a fine maggio. Del primo aspetto si occupa nel suo editoriale il presidente, a me dunque spendere qualche parola sull’esercizio appena concluso e sulle prospettive per il 2016. In estrema sintesi (la disamina puntuale del conto economico che sarà presentato in assemblea sarà oggetto di una prossima newsletter) il 2015 per la nostra banca è stato un anno con il segno più. Abbiamo chiuso l’anno in utile e con un + 3,5% di impieghi sul 2014. L’ho detto tante volte e non mi spiace in questa sede ribadirlo: c’è un rapporto biunivoco fra la nostra BCC e la salute economica di questo territorio. Nell’assemblea di due anni fa ci eravamo impegnati a intercettare in ogni modo i primi timidi segnali di ripresa che si stavano manifestando; qualche mese dopo abbiamo tenuto fede all’intento destinando i 35 milioni di euro assegnatici dalla BCE attraverso il prestito Tltro interamente all’economia del territorio puntando, come primo intervento, sull’unica branca dell’edilizia che aveva dato segnali positivi durante la crisi, quella della ristrutturazione e riqualificazione energetica sul patrimonio. Un anno e mezzo dopo, senza trionfalismi e con tutte le cautele del caso, l’economia locale ha registrato dei progressi. Se i mutui, ossia un termometro abbastanza affidabile per la misura della fiducia nel futuro da parte delle famiglie, hanno segnato una ripresa dalla seconda metà del 2014, per le imprese riscontriamo un trend crescente verso le forme tecniche di breve periodo; un fatto positivo perché è indice della crescita dei fatturati. Se nel corso degli ultimi due anni si è dunque rimesso in moto il fondamentale circolo virtuoso della fiducia, anche per questo 2016 la nostra banca sta sostenendo il tessuto economico locale credendo nelle sue possibilità di crescita. Non è un mistero che chi è uscito dalla crisi ne è uscito rafforzato; così è per le imprese del territorio, specialmente per quelle che fanno export proiettando il proprio business oltre i confini e che noi supportiamo con uno specifico servizio ritagliato sulle esigenze delle Pmi. Chiudo guardando a un futuro prossimo: la riforma delle BCC porterà una novità, un grande gruppo unico, e il mantenimento di un punto fermo, l’autonomia gestionale sul territorio della singola banca; che sarebbe a dire la solidità dei grandi numeri unita all’identità di banche di relazione al servizio dell’economia reale. Concedetemi di guardare a questo 2016 con una buona dose di positività.
L'editoriale del direttore della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate

