Una scelta chiara e precisa. Di parte. La Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate ha scelto di stare dalla parte dei suoi soci. Come? Non toccando a rialzo lo spread, ovvero lasciando inalterata quella quota che, all’interno del tasso di interesse applicato ai finanziamenti, rappresenta il ricavo dell’istituto di credito. Una decisione in controtendenza rispetto a tutte le altre banche. «Abbiamo voluto confermarci quel porto sicuro dove i nostri soci, anche con i loro risparmi, possono sentirsi protetti», spiega il presidente della Bcc, Lidio Clementi. «Un 6 7 porto dove la sicurezza è determinata dall’assenza di sorprese e dove è possibile sentirsi veramente protetti dagli sbalzi di un sistema economico che sta vivendo una delle sue pagine più buie». Non così le altre banche, che hanno fatto registrare aumenti tra il 30 fino a oltre il 40 per cento dello spread solamente negli ultimi sei mesi; ovvero dall’estate 2008 ad oggi, esattamente il periodo che ha visto l’esplosione della crisi finanziaria e l’entrata in vigore delle diverse manovre adottare per contrastare il periodo negativo. «La nostra Bcc non è andata a cercare sistemi di autodifesa al rialzo», sottolinea il vicepresidente, Roberto Scazzosi. «Non smetteremo mai di sottolineare che siamo differenti, differenti per forza, come ci ricordano le nostre campagne pubblicitarie. E questo non è solo un claim di richiamo, ma è una filosofia, un sistema di valori che si concretizza in precise scelte di gestione. Vogliamo essere vicini al territorio e questa strada è quella che ci permette di essere al fianco di famiglie e imprese in modo concreto, come del resto abbiamo sempre fatto negli oltre 111 anni della nostra storia». Questa scelta non è stata semplice. «La banca sta facendo un grosso sacrificio», rimarca il vicepresidente vicario, Ignazio Parrinello. «In questo momento di particolare difficoltà, il consiglio di amministrazione ha ritenuto però opportuno non alzare gli spread per i soci. Siamo una banca locale e siamo attenti alle realtà che operano sul territorio: non faremo mancare il nostro sostegno alla clientela». Le associazioni dei consumatori avevano messo in guardia: attenzione, in un momento in cui i tassi di interesse sono destinati a scendere in maniera vorticosa, non è detto che la rata dei mutui possa ridursi di conseguenza. Quel processo di graduale erosione degli spread, che è stato innescato negli ultimi anni grazie anche all’ingresso di operatori stranieri sul mercato italiano, si è arrestato. I motivi sono molteplici, alcuni sono contingenti, altri invece strutturali. Tra i primi, la crisi finanziaria occupa sicuramente un posto di primo piano: a fronte del pesante momento negativo che sta interessando il sistema creditizio, le banche diventano fisiologicamente più caute nel concedere crediti, cercando di recuperare redditività dove possono farlo. «La carenza di liquidità e la sfiducia delle banche, fra loro stesse, da ottobre in avanti hanno immesso adrenalina pura nel sistema bancario fino a costringere governi nazionali ad intervenire», spiega il direttore commerciale della Bcc, Adalberto Tomasello. Inoltre, «un repentino movimento dei tassi, mai visto nella storia recente, che ha registrato una discesa dell’Euribor (ovvero il costo del denaro fra gli istituti di credito) dal 5,226% di ottobre all’1,939% di metà febbraio, ha inciso fortemente sulla produttività del sistema bancario». Ancora, «è aumentata sensibilmente la rischiosità generale per effetto della crisi economica che sta incalzando, richiamando l’attenzione di tutti gli attori del sistema economico e politico locale, nazionale ed internazionale», prosegue Tomasello. Non ultima, «l’introduzione di una serie di norme restrittive che, pur avendo comportato un sensibile miglioramento di alcune condizioni economiche in favore della clientela, ha altresì prodotto una riduzione di una parte di marginalità su alcuni prodotti bancari», afferma il direttore commerciale della Bcc. Di qui la difesa delle banche che hanno aumentato i margini su ciascun singolo contratto. «I nostri soci clienti però sono salvaguardati. Finché la nostra efficienza lo consentirà, gli spread non verranno toccati», sottolinea il vicedirettore generale, Feliceangelo Canton. «Ogni titolare di mutuo o di prestito a tasso indicizzato, potrà verificare -è il caso di dirlo- “nelle proprie tasche” il forte beneficio della riduzione del costo del denaro in atto. Beneficio peraltro già riscontrato parzialmente, ma che troverà massima applicazione dal prossimo trimestre». Inoltre, «per le nuove richieste di mutuo per abitazione principale abbiamo messo a disposizione della nostra clientela il parametro Bce, più stabile e influenzato direttamente solo dai movimenti della politica monetaria europea. Rimaniamo fortemente competitivi su un mercato sempre più difficile», prosegue il vicedirettore generale. Un parametro che beneficia di uno spread assolutamente vantaggioso, rispetto agli altri istituti di credito, essendo di solo lo 0,25 superiore a quello stabilito per i mutui a tasso variabile indicizzati Euribor. «Sono scelte che il consiglio di amministrazione tutto ha voluto con forza», conclude il presidente Clementi. «Abbiamo voluto porre le basi affinché la nostra Bcc possa crescere insieme a tutto il territorio: quel rapporto mutualistico che è alla base del Credito Cooperativo diventa così strumento per affrontare la crisi e dare un fondamento solido allo sviluppo»
Lo spread questo sconosciuto
Negli ultimi mesi è cresciuto sollevando non poche preoccupazioni e finendo nei titoli dei giornali: ma cos’è lo spread? Il termine, in inglese, significa oscillazione, estensione. In ambito borsistico, lo spread ha assunto il significato di scarto, nel senso di scarto tra due quotazioni di un titolo. In campo bancario rappresenta, invece, la quota che un istituto di credito aggiunge al tasso di interesse nelle operazioni di prestito. In concreto, è l’indice che, insieme al tasso Euribor o Eurirs (a seconda se si stipula un mutuo a tasso variabile o fisso), consente di determinare il tasso di interesse finale relativo al mutuo e ai finanziamenti di cassa. È quindi indicativo del guadagno di cui beneficia l’istituto bancario. O, al contrario, del guadagno dei clienti, visto che lo spread si applica anche al pagamento degli interessi maturati sui soldi che restano in giacenza sui conti correnti. Così, pur operando a parità di condizioni (durata ed importo) e di tasso di partenza (ad esempio l’Euribor), su prestiti e mutui i diversi istituti di credito possono arrivare a proporre soluzioni differenti, più o meno vantaggiose per i clienti, semplicemente toccando di qualche decimo di punto lo spread.
Hanno detto
LIDIO CLEMENTI
«Abbiamo voluto confermarci quel porto sicuro dove i nostri Soci, anche con i loro risparmi, possono sentirsi protetti. Un porto dove la sicurezza è determinata dall’assenza di sorprese e dove è possibile sentirsi veramente protetti dagli sbalzi di un sistema economico che sta vivendo una delle sue pagine più buie»
«La banca sta facendo un grosso sacrificio. In questo momento di particolare difficoltà, il consiglio di amministrazione ha ritenuto però opportuno non alzare gli spread per i Soci. Siamo una banca locale e siamo attenti alle realtà che operano sul territorio: non faremo mancare il nostro sostegno alla clientela»
ROBERTO SCAZZOSI «La nostra Bcc non è andata a cercare sistemi di autodifesa al rialzo. Non smetterermo mai di sottolineare che siamo differenti, differenti per forza, come ci ricordano le nostre campagne pubblicitarie. Questo non è solo un claim di richiamo, ma è una filosofia, un sistema di valori che si concretizza in precise scelte di gestione. Noi siamo vicini al territorio»



