I cinque tipi di frodi più comuni con le carte di credito spiegati dal Direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini

"In generale, credo che occorra agire su due fronti: primo, accertarsi che gli intermediariadottino tutti i presidi necessari; secondo, aiutare gli utenti a gestire gli strumenti di pagamento elettronici con consapevolezza e accortezza", Luigi Federico Signorini

“Si possono distinguere tre tipi di frode5”, spiega il Direttore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini.

“Il primo è costituito dai casi in cui il malintenzionato si impossessa delle credenziali del titolare, anche facendosele rivelare dalla vittima con qualche scusa come lo spacciarsi per un esponente della banca o istituzione interessata. In questi casi è il truffatore stesso che poi effettua il pagamento. Queste frodi colpiscono per lo più carte, moneta elettronica e prelievi agli sportelli; per tali canali, almeno il 90 per cento del numero e del valore delle frodi è riconducibile a questa categoria6.

Il secondo tipo di frode si realizza quando la vittima è indotta a fare un’operazione a favore del truffatore, convinta chesi tratti di un beneficiario legittimo, anche con tecniche di persuasione che fanno leva su qualche movente psicologicocome la compassione, il timore o (qualche volta) l’avidità. Questo tipo di frode colpisce soprattutto i bonifici, per i qualiesso rappresenta i due terzi del numero delle frodi e i tre quarti del relativo valore.

Infine, vi sono le truffe in cui il frodatore intercetta e modifica un ordine di pagamento legittimo tramite, ad esempio, malware o attacchi informatici; è un caso residuale, che riguarda per lo più bonifici e carte.

Tutti richiedono attenzione. In generale, credo che occorra agire su due fronti: primo, accertarsi che gli intermediariadottino tutti i presidi necessari; secondo, aiutare gli utenti a gestire gli strumenti di pagamento elettronici con consapevolezza e accortezza.

Sul primo fronte, nonostante l’impegno degli intermediari e del sistema in tema di sicurezza, il nemico è sempre piùagguerrito, e perciò le difese vanno rese sempre più efficaci. La Banca d’Italia si attende che gli intermediari sviluppino e aggiornino continuamente i mezzi tecnici e organizzativi per prevenire le frodi. Se la frode si realizza, occorre garantire ai clienti rimborsi tempestivi quando dovuti, e comunque limitare al minimo ogni pregiudizio. La nostra comunicazione del giugno 2024, adottata a seguito di ispezioni e indagini a distanza, fornisce specifiche indicazioni in materia.

Sul fronte degli utenti, un dato che deve far riflettere è che quando l’Arbitro Bancario Finanziario è chiamato apronunciarsi su casi di frode nei pagamenti (e si tratta di quasi un terzo di tutti i casi esaminati dall’Arbitro), nel 40per cento dei casi la decisione è sfavorevole ai ricorrenti. Perché? Perché in questi casi il pagamentofraudolento non viene imputato all’intermediario: esso è in qualche modo riconducibile al comportamento del cliente,ovviamente “manipolato” dal frodatore e sua vittima.

Quindi, se vogliamo difendere i clienti, dobbiamo anche insegnare loro a difendersi. Fermo restando, s’intende, il ruolo degli organi di tutela della legalità nella prevenzione e repressione del crimine.

La questione non riguarda solo le tecnologie digitali. Il Gatto e la Volpe sono sempre esistiti, anche quando si usavano gli zecchini d’oro come strumenti di pagamento. L’educazione finanziaria, intesa nel senso più ampio, e ogni opportuno richiamo all’accortezza e al buon senso, servono comunque. Ma le nuove tecnologie pongono anche sfide nuove, e dobbiamo attrezzare i cittadini perché possano più agevolmente riconoscerle e cautelarsi.

Ricordo alcune iniziative della Banca d’Italia, come quelle pubblicate sul sito “L’economia per tutti” o nell’ambito del percorso “In viaggio con la Banca d’Italia”; e la campagna “I Navigati – Informati e sicuri” realizzata insieme ad altreautorità come la Polizia postale, il Garante per la Privacy, l’Agenzia per la cybersicurezza e agli operatori del mercato nell’ambito del CERTFin.

Non siamo certo la sola istituzione attiva in questo campo. Vorrei anzi concludere dicendo che l’azione è tanto più efficace quanto più si fonda sul dialogo e sulla cooperazione tra diverse autorità. I protocolli di intesa per coordinare l’attività di controllo, la collaborazione tra i sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie, la partecipazione congiunta al Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria ne sono validi esempi.

Note

1            Indagine Fintech nel sistema finanziario italiano, aprile 2024. https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/indagine-fintech/2023/2023-indagine-fintech.pdf.

2            EBA Consumer trends report 2024/25 (26 March 2025). https://www.eba.europa.eu/sites/default/ files/2025-03/514b651f-091b-42d3-b738-1fae79264044/Consumer%20Trends%20Report%20  2024-2025.pdf.

3            A paragone di quelle sulle carte, le frodi sui bonifici benché in media di importo più elevato, sono assai

meno numerose.

4            Rispettivamente, 0,012 e 0,015 per cento nel 2015. A seconda dell’aggregato considerato, tra il 40 e il 60 per cento del costo delle frodi è sopportato dal cliente; il resto dall’intermediario.

5            Per ulteriori dettagli, si rinvia al Rapporto sulle operazioni di pagamento fraudolente in Italia

– Febbraio 2025; https://www.bancaditalia.it/media/notizie/2025/Rapporto-sulle-operazioni-di- pagamento-fraudolente.pdf.

6            Sulla base dei dati del primo semestre del 2024.

 

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