Corso di formazione per 15 detenuti della Casa Circondariale di Busto Arsizio per l’avvio del laboratorio dell’impresa tessile Grassi Spa

Questo progetto non è solo un esempio di impegno concreto per l’inclusione, ma anche un modello di collaborazione tra il sistema penitenziario, il mondo produttivo e le istituzioni territoriali.

La formazione e il lavoro rappresentano un pilastro fondamentale per il reinserimento sociale e la prevenzione della recidiva nei confronti di chi ha vissuto l’esperienza del carcere. La Costituzione italiana riconosce la funzione rieducativa della pena e promuove il recupero della dignità e l’offerta di opportunità concrete per chi intende ricostruire il proprio futuro. Con questa visione ha preso il via un corso di formazione dedicato a 15 detenuti del carcere di Busto Arsizio, grazie alla collaborazione tra la Direzione della Casa Circondariale e l’azienda tessile Grassi Spa Società Benefit.

L’iniziativa, destinata a diventare un vero e proprio laboratorio all’interno del carcere, prepara i detenuti a gestire alcune commesse dell’azienda di Lonate Pozzolo, leader nella produzione di abbigliamento tecnico, professionale, antinfortunistico, sportivo e destinato alle forze dell’ordine. Questo progetto rappresenta un primo passo verso l’integrazione dei detenuti nel mercato del lavoro, offrendo loro competenze specifiche e la prospettiva di un reinserimento sociale stabile e dignitoso.

Il corso si colloca nel contesto del più ampio “Protocollo d’intesa per promuovere e sostenere il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute, ex detenute e in esecuzione penale esterna”, promosso dal Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello. Il protocollo, sottoscritto da enti locali, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali e Confindustria Varese, mira a creare una rete di opportunità lavorative e formative per le persone che si trovano o si sono trovate in situazioni di privazione della libertà.

Restituire dignità attraverso il lavoro significa dare una seconda possibilità e prevenire il rischio di nuovi crimini. L’occupazione non è solo uno strumento economico, ma un elemento chiave per costruire un percorso di autonomia e responsabilità, in grado di trasformare una pena in un’opportunità di crescita personale e sociale.

Questo progetto non è solo un esempio di impegno concreto per l’inclusione, ma anche un modello di collaborazione tra il sistema penitenziario, il mondo produttivo e le istituzioni territoriali. Iniziative come questa rafforzano il legame tra il lavoro e la giustizia sociale, offrendo una risposta pratica a uno dei temi più complessi della società contemporanea.

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