A Gallarate un “Melo” dai ricchi frutti

Rita Nichele (a sinistra) e Franca Bergo
La cooperativa Il Melo si occupa di assistenza agli anziani, asilo nido e Università della Terza età. Tante le iniziative in cantiere, che potranno essere realizzate anche grazie alla nostra BCC

Struttura residenziale per anziani, assistenza per malati di Alzheimer, Centro Diurno Integrato, università per la terza età, assistenza domiciliare integrata, animazione, centro culturale, asilo nido, agenzia formativa accreditata: questo, e molto altro, è Il Melo Onlus, società cooperativa sociale di Gallarate che da poco è diventata cliente dell BCC di Busto Garolfo e Buguggiate. «La BCC ci sta aiutando a raggiungere un obiettivo importante, l’acquisto di uno degli immobili in cui abbiamo la sede e dove al momento siamo in affitto – dice Rita Nichele, direttore amministrativo e presidente del consiglio d’amministrazione della cooperativa sociale Il Melo -. Abbiamo valutato diverse proposte di mutuo, anche da grandi istituti bancari, e abbiamo preferito la BCC: nella filiale di Gallarate abbiamo trovato persone competenti e disponibili. Sicuramente aiuta il fatto che siamo entrambe cooperative e capirsi è più facile. La BCC ha subito compreso le nostre esigenze, le nostre dinamiche e politiche interne». L’interesse per il territorio accomuna le due realtà, tanto che la banca ha deciso di finanziare due iniziative della cooperativa organizzate per festeggiare i 30 anni dell’Università degli Anziani: la nostra BCC sarà sponsor della “Settimana del rilancio”, che si svolgerà a ottobre, e contribuirà a realizzare il catalogo delle opere realizzate dagli studenti con i capelli d’argento.

La cooperativa Il Melo, che ha chiuso il 2015 con un fatturato di 8 milioni di euro, dà lavoro a 193 persone e ha sede in via Magenta, dietro l’ospedale di Gallarate, in un’area di ben 8mila metri quadrati. La struttura ospita una RSA con 146 posti letti articolati secondo le diverse esigenze degli ospiti, che vanno dal mini-alloggio autonomo per anziani autosufficienti, al bilocale RSA, fino agli spazi a protezione speciale dei nuclei Alzheimer. Nella struttura ci sono poi un servizio diurno di assistenza anziani (Centro Diurno Integrato); un poliambulatorio che offre trattamenti come la Tecar terapia e gli ultrasuoni; l’Università del Melo con 300 iscritti; un centro di formazione professionale , un asilo nido, un parco giochi, piscine, palestre e sale per l’attivazione motoria di giovani, adulti e donne in gravidanza aperti alla cittadinanza. A tutte queste iniziative si affiancano progetti collaterali come mostre, spettacoli teatrali e incontri. Nel cortile interno vivono anche due pony, una coppia di pavoni, diverse galline e conigli, per fare compagnia agli ospiti più anziani e ai molti nipotini biologici, o “acquisiti”. «Da quando la struttura di via Magenta è stata inaugurata, nel 1992, a oggi abbiamo raggiunto molti traguardi e molti altri ne vogliamo raggiungere in futuro» dice la presidente Nichele.

La storia della cooperativa ha inizio negli anni ’70, quando un gruppo di studenti inizia a fare volontariato in una casa di riposo di Gallarate: oggi tre di quei ragazzi siedono nel Consiglio d’Amministrazione de Il Melo: oltre al presidente Rita Nichele, ci sono Franca Bergo Direttore risorse Umane e Daniela Foglia Direttore Sociale . «L’obiettivo iniziale era rallegrare la domenica pomeriggio degli anziani ospiti, ma siamo rimasti così colpiti dalle loro condizioni e dalla solitudine da farlo diventare un progetto di vita» ricorda oggi la presidente Nichele. Giovani e pieni di entusiasmo, nel 1979 alcuni di quei volontari fondano a Gallarate il Segretariato sociale al servizio della popolazione anziana, che garantiva un servizio di informazione e consulenza e coordinava una settantina di volontari impegnati nell’ assistenza domiciliare. Nel 1980 il gruppo di amici acquisisce un’identità giuridica costituendosi in Cooperativa di solidarietà sociale con il nome di “Centro di Cooperazione sociale”. «La nostra prima sede è stato l’Istituto di psicologia e medicina sociale, che ci è stato concesso grazie all’interessamento di un sacerdote. Qui abbiamo aperto il primo Centro diurno per anziani con un servizio di Day Hospital e riabilitazione: era il primo del suo genere, tanto che in seguito abbiamo collaborato con la Regione Lombardia per replicare il modello in altre realtà. Le nostre attività animative però si sono rivelate poco compatibili con quelle dell’istituto ed economicamente la realtà non stava in piedi. L’avventura sarebbe potuta terminare qui e invece non abbiamo rinunciato. Abbiamo trovato uno stabile in via Magenta a Gallarate, proprio davanti all’ospedale: allora era una struttura fatiscente, adiacente a un’area industriale dismessa. Ci siamo rimboccati le maniche e, grazie a un mutuo in cui i nostri genitori hanno firmato per garanzia, lo abbiamo ristrutturato così da renderlo adeguato a ospitare 25 anziani non autosufficienti. A questo abbiamo affiancato attività culturali per anziani, un Centro Diurno e servizi culturali come l’Università della Terza Età. Era una versione ante litteram, ma efficace, dell’attuale servizio».

Nel 1988 la Regione Lombardia introduce nuove normative per le case di riposo e Il Melo, per continuare la propria attività, deve adeguarsi: «Per la seconda volta, abbiamo rischiato di chiudere in quanto non avevamo i soldi per la ristrutturazione. Abbiamo bussato alle porte dei gallaratesi per chiedere un contributo, visto che il nostro servizio era rivolto alla cittadinanza, trovando molta solidarietà. Alcuni imprenditori hanno costituito una Spa “Amici del Melo”, che ancora oggi è proprietaria degli immobili. Piuttosto che ristrutturare, si decise di demolire l’ex area industriale per ricostruire una nuova struttura a norma» afferma Nichele. La prima pietra fu posta nel 1989 e la struttura fu inaugurata nel 1992, anno in cui fu anche pubblicato il libro “La quotidianità dell’utopia”: «Per noi era un traguardo importante, eravamo riusciti a dare concretezza ai nostri sogni e a dare un’opportunità di vita diversa anche nella terza età». Oggi, in Lombardia, Il Melo vanta un record: è la RSA con il maggior numero di animatori, in netta predominanza rispetto alla presenza dei medici. «È un primato che rispecchia la nostra filosofia: crediamo che gli anziani non abbiano bisogno solo di medicine, ma anche di attività che li stimolino e li coinvolgano attivamente -spiega la presidente-. La nostra società tende a considerare gli anziani come una categoria a se stante, mentre ognuno di loro è una persona con un vissuto personale ed esperienze diverse che devono essere rispettate e valorizzate. Ovviamente disponiamo degli strumenti necessari a garantire le cure e l’assistenza sanitaria idonea, ma questi per noi sono solo il requisito base, poi c’è tutto il resto. Questo è il senso della nostra cooperativa, racchiuso nel nome Il Melo, che abbiamo scelto perché è un albero che fiorisce a primavera, ma per raccogliere i frutti bisogna aspettare l’autunno».

Oltre ai servizi per anziani, la struttura ospita anche un asilo nido: due realtà collegate che spesso interagiscono tra di loro. «Si tende a pensare che bambini e anziani siano due entità che devono restare separate, noi invece promuoviamo iniziative che li coinvolgono, con grande successo». Per una realtà che sembra avere già raggiunto l’eccellenza, gli obiettivi per il futuro non mancano: «Ci piacerebbe sviluppare l’assistenza domiciliare agli anziani, aumentare gli iscritti all’asilo nido e in ultimo, ma di assoluta priorità, acquistare dalla l’immobile di via Magenta dove hanno sede le nostre attività culturali e di formazione professionale». E proprio per proseguire nella trattativa e divenire a tutti gli effetti i proprietari dell’immobile, la BCC si sta rivelando fondamentale. «Finora siamo stati in affitto negli spazi che occupiamo, ma acquistarli per noi è importante. E cominciare da dove hanno avuto inizio, negli anni ’80, le nostre prime attività “organizzate e strutturate” ha per noi un valore davvero speciale».

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