Le Bcc contribuiscono al “ben-vivere” dei territori dove operano: lo certifica un recente studio

Il senso dell’essere “banche differenti”, banche di economia civile, può e dev’essere anche nel dare sempre più risposte diverse dagli altri, non tanto in termi­ni di profitto, ma di servizio, di prossimità e di generatività.

Il credito è una carta fondamentale per la generatività e il ben-vivere, in grado di connettere chi ha idee e chi ha risorse per finanziarle. E il credito locale, cooperativo e mutualistico, le BCC, svolgono un ruolo fondamentale in questa partita.

E’ una delle evidenze che emerge dalla quarta edizione del Rapporto “Il Ben vivere in Italia” (edito da Ecra); frutto del lavoro congiunto tra Federcasse, ricercatori di Next – Nuova Economia per Tutti ed il quotidiano “Avvenire”. Il Rapporto è stato presentato nel corso della prima giornata del Festival Nazionale dell’Economia Civile a Firenze.

Fondamentale è il ruolo del sistema del credito, locale, cooperativo e mutualistico. Storicamente, infatti, “registra tassi significativamente più elevati di impieghi per le imprese dei settori come l’agricoltura, il turismo, la piccola manifattura e gli artigiani; soprattutto nelle aree interne con la sua diffusione capillare sul territorio”.

Come si evince dal Rapporto, “a maggio 2022, sono arrivati a 705 i comuni dove l’unica presenza bancaria è rappresentata da una BCC; considerando che circa 4000 comuni sono senza sportello bancario cresce il valore della presenza di presidi del credito cooperativo. Nelle aree interne e nei piccoli borghi diventa una sorta di “resistenza civile” per continuare ad alimentare la speranza di sviluppo del territorio”.

Se affianchiamo la quota degli impieghi nelle Banche di Credito Cooperativo (annualità 2021) a livello provinciale e il ranking nella classifica del ben-vivere delle province italiane (annualità 2022 su dati 2021) scopriamo una correlazione fortemente significativa (al 99%) sia quando consideriamo il totale degli impieghi (-0,3686), sia quando valutiamo lo spaccato delle famiglie consumatrici (-0,4790), di quelle produttrici (-0,3205).

Il Rapporto – citando anche lo studio “Il contributo delle BCC-CR alla generatività “comunitaria”, di prossima uscita con Ecra – evidenzia come “il modello di erogazione delle BCC-CR sia capace di contribuire in modo significativo e positivo sulla generatività in atto dei territori.

Le analisi empiriche evidenziano come la prossimità multidimensionale delle banche sia una leva per attivare la generatività locale. Soprattutto in quei contesti nei quali si registrano maggiori livelli di fragilità economica e lavorativa. In questo senso le BCC-CR svolgono un ruolo anticiclico sociale, oltre che economico”.

Si tratta di evidenze che impongono la “necessità di continuare a sviluppare ulteriormente gli elementi della ricerca in una direzione di maggiore profondità temporale e, dall’altro, di supportare le BCC-CR nello sviluppo di politiche locali capaci di mettere in rete i diversi soggetti di un territorio (pubblica amministrazione, imprese, enti del terzo settore, intermediari finanziari, singoli cittadini), per affiancare e supportare la prossimità one to many (dalla banca ai diversi soggetti locali) con una prossimità many to one (i diversi soggetti locali, ivi inclusa la banca al territorio), offrendo risposte sempre più partecipate ai bisogni locali”.

Nel solco di questa preziosa e importante storia e tradizione il senso dell’essere “banche differenti”, banche di economia civile, può e dev’essere anche nel dare sempre più risposte diverse dagli altri, non tanto in termi­ni di profitto, ma di servizio, di prossimità e di generatività.

 

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