I Bassistinti, varesini doc, si esibi- ranno venerdì 19 maggio (inizio ore 22) nel corso della prima serata della festa targata Bcc. Una serata all’insegna della musica giovane, che non mancherà di divertire, con il suo ritmo allegro e spensierato, anche i meno giovani che prenderanno parte all’inaugurazione della seconda “Festa Bcc”. Il gruppo tiene alta la bandiera dello ska, ritmo musicale nato nel cuore dei Caraibi, e, in particolare, i Bassistinti seguono uno stile estremamente fedele a quello della scuola giamaicana, che risente maggiormente delle influenze reggae. Il risultato è un genere apprezzato dal grande pubblico, come dimostrano i molteplici apprezzamenti che la critica specializzata ha riservato agli ultimi lavori della formazione varesina. I Bassistinti, sette ragazzi che da oltre dieci anni suonano assieme (la band è nata nel 1994), hanno all’attivo quattro album. Dopo aver fatto la “gavetta” suonando un po’ ovunque, hanno inciso il primo disco nel 1998, intitolato “Bassin’Core”, caratterizzato da una vocazione ska–punk. Tre anni più tardi, nel 2001, hanno realizzato “Covered Skank”, una raccolta di cover di canzoni famose, tra le quali: “A message to you rudy” degli Special (famosa per essere stata la colonna sonora di una nota pubblicità di auto) e “Monkey Man” del giamaicano Toots Hibbert. Con questa incisione si inizia a delineare lo “stile Bassistinti”, caratterizzata da un’originale miscela di suoni inglesi e giamaicani e che diventerà, in seguito, il “marchio di fabbrica” della band. Con l’album del 2002, “Mosquito Latino”, in cui sono presenti diversi elementi rock e dub, il gruppo allarga la schiera dei propri fan, raggiungendo notorietà a livello nazionale. L’ultimo album è datato 2004. Si tratta di “Don’t cry for me”, che ha segnato un punto focale nella maturazione artistica della formazione varesina e un cambiamento radicale nella composizione della “famiglia”: l’ingresso nella band di quattro nuovi musicisti con formazione jazz, infatti, ha dato come risultato un suono molto più complesso, tecnico e differente. «Uno ska con voglia di jazz», come hanno detto i più autorevoli critici musicali.
Modus Vivendi
Occhiali scuri, cravatta, cappello Modus Vivendi Scuola giamaicana classico. L’abbigliamento “ska”. Perché? Molti accostano i Blues Brothers (Belusci e Ankroid) a questo modo di apparire. Errore. I BB hanno ispirato Tarantino e il suo “Le Iene”, mentre le radici dell’abbigliamento di chi suona e vive ska, in Italia, sono da ricercarsi da tutt’altra parte. Si deve tornare tra la metà degli anni ’70 e la fine degli ’80, quando dal Regno Unito arrivavano mode e stili in quantità eccezionale. La società italiana era in pieno fermento, i movimenti studenteschi e giovanili riprendevano fiato e, così, sotto quelle spinte i giovani si “spaccarono”. Nacquero i Mod (amanti del Rocksteady, derivazione dello Ska), gli Skinheads (Ska), i Punk (punk). Poi arrivarono i “paninari” (house music) e i “metallari” (heavy metal). Una storia lunga 15 anni. Lo stile ska odierno si rifà a quello dei Mod. Luogo di nascita: Torino. Simbolo: la Lambretta. Ma la storia va avanti. E con lei le mode. La globalizzazione ha fatto il resto: ognuno veste e ascolta ciò che vuole. Ed è giusto così.

