«Parlare di Bene Comune non significa evocare un principio astratto, ma riconoscere ciò che tiene davvero in piedi un territorio: le persone, le comunità, i servizi che permettono di vivere, lavorare, crescere. Bene Comune significa qualità della vita, accesso alle opportunità, capacità di costruire legami che resistono nel tempo. Significa avere scuole funzionanti, associazioni attive, imprese che innovano, amministrazioni presenti e banche che non si limitano a fare credito, ma si assumono la responsabilità di essere parte integrante del tessuto sociale. È ciò che dà senso al nostro impegno: contribuire a mantenere vivi i luoghi, sostenere le famiglie, accompagnare i giovani e permettere ai territori di non arretrare, ma di immaginare futuro.» Da questa riflessione del nostro presidente, Roberto Scazzosi, prende avvio il racconto della due giorni del convegno di studi della Federazione Lombarda delle Bcc, che quest’anno, a Napoli, il 10 e l’11 ottobre, ha segnato un passaggio destinato a restare nella storia del Credito Cooperativo. Il tema scelto, “Bene Comune. Bcc, persone e comunità per lo sviluppo dei territori”, ha fatto da cornice a un confronto che ha rimesso al centro la responsabilità delle banche di comunità nel contrastare lo spopolamento e la perdita di servizi essenziali.
Una responsabilità che poggia su numeri solidi: in Italia operano 216 Bcc, Casse Rurali e Raiffeisen, con 4.095 sportelli, pari a oltre il 21% degli sportelli presenti nel Paese. In 791 Comuni, spesso nelle aree periferiche o interne, la presenza della Bcc rappresenta l’unica realtà bancaria: un presidio cresciuto del 43% in dieci anni. Una rete capillare che non abbandona i territori fragili e che continua a essere punto di riferimento sociale prima ancora che economico.
In questo contesto nasce la tappa storica di Napoli: la firma del Protocollo d’intesa tra Anci (associazione nazionale comuni italiani) e Federcasse, sottoscritto dal presidente di Anci, Antonio Decaro, e dal presidente di Federcasse, Giuseppe Dell’Erba, alla presenza del presidente della Federazione lombarda, Alessandro Azzi. Un patto che apre a una collaborazione sistematica su servizi bancari agli enti locali, digitalizzazione, educazione finanziaria, strumenti di finanza territoriale, sostegno ai giovani, contrasto allo spopolamento e sviluppo delle comunità.

«Questo accordo -ha dichiarato Dell’Erba- rappresenta un passo decisivo per portare le Bcc ancora più vicino alle amministrazioni locali. Le banche di comunità non sono semplici intermediari: sono infrastrutture sociali che lavorano per la coesione, il benessere e il futuro dei territori». Un concetto condiviso anche dal presidente Anci. «I Comuni -ha sottolineato Decaro- hanno bisogno di alleati solidi per affrontare sfide complesse: la digitalizzazione, i servizi ai cittadini, gli investimenti Pnrr, la lotta allo spopolamento. Le Bcc conoscono i territori come nessun altro e questo Patto mette a sistema una collaborazione naturale».
Parole che trovano piena sintonia nella lettura delle Bcc lombarde, protagoniste del processo che ha portato alla costruzione dell’intesa. «Le Bcc sono nate per servire le comunità -ricorda Scazzosi- e il Patto con Anci rafforza questa identità. È un riconoscimento chiaro del nostro ruolo e della nostra utilità sociale».
Sulla stessa linea il nostro direttore generale, Roberto Solbiati, che mette in evidenza gli aspetti operativi dell’accordo: «Il Patto non è un atto simbolico: consentirà progettazioni congiunte, servizi più semplici per i Comuni, percorsi di educazione finanziaria nelle scuole e la possibilità di accompagnare amministrazioni e famiglie nelle transizioni digitali. È uno strumento concreto che ci rende più incisivi».
Durante la due giorni si è parlato anche del ruolo della Lombardia, regione che ospita alcune tra le Bcc più solide del Paese e che ha guidato molte delle riflessioni alla base del Protocollo. «Si apre una fase nuova -ha sottolineato Alessandro Azzi- che valorizzerà le competenze delle Bcc e le metterà a servizio delle amministrazioni locali con un metodo condiviso. Una tappa storica che avrà ricadute tangibili».
Dentro questo quadro si inserisce anche la presenza della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, parte attiva del percorso nazionale e rappresentata al convegno da Roberto Scazzosi e Roberto Solbiati, oltre al vicedirettore generale Annibale Bernasconi, al vicepresidente Diego Trogher e al responsabile affari societari Simone Mantovani. Una presenza significativa, che testimonia l’impegno della banca nell’essere parte del cambiamento.
La firma del Patto Anci–Federcasse non è un’operazione formale: è una dichiarazione di visione. Una scelta che unisce la rete capillare delle Bcc al cuore amministrativo del Paese, definendo un modello che può davvero incidere sulla qualità della vita di migliaia di persone.



