È stata la crisi a chiarire una volta di più che la fiducia è uno dei vettori principali dell’economia. Lo è nei rapporti fra le aziende, quindi anche con quelle aziende particolarissime che sono le banche; quelle banche che, in questi anni, molta pubblicistica ha voluto contrapporre alle imprese e ai loro bisogni contribuendo così, come se ce ne fosse stato bisogno, ad aumentare il livello di sfiducia, e non a invertire, come sarebbe stato auspicabile, la tendenza. Se dopo anni di cui avvertiamo tuttora un’eredità pesante parliamo di fiducia è perché in questo periodo, nonostante tutto, noi come BCC non l’abbiamo mai persa. Intendo che non abbiamo mai perso la fiducia nel fare quello che una banca commerciale locale deve fare; servire l’economia reale del proprio territorio. E per farlo una banca deve dare fiducia ai suoi naturali interlocutori, famiglie e piccole e medie imprese. Non è stato semplice farlo durante la crisi, ma nonostante tutto la BCC di Busto Garolfo e Buguggiate l’ha fatto. Inutile nasconderlo: il prezzo è stato pesante perché il territorio ha sofferto, e noi di conseguenza. Non ne abbiamo mai fatto mistero, perché la fiducia si conquista prospettando le cose come sono. Nel 2011 la banca ha chiuso il primo bilancio in rosso nella sua storia ultracentenaria. Ma già da qualche tempo avevamo cominciato a impiegare l’utile prodotto per rimediare alle sofferenze: e con questo comportamento improntato alla prudenza e alla responsabilità abbiamo continuato ad affrontare gli anni in cui si attendeva la ripresa. Nel frattempo non siamo rimasti con le mani in mano. Era chiaro che il modello di banca come lo avevamo conosciuto nei decenni scorsi era il passato: nell’epoca dei tassi che andavano progressivamente riducendosi sino ai livelli addirittura negativi di oggi, la redditività non sarebbe più stata prodotta nelle modalità cui eravamo abituati. Per un mondo economico e finanziario in evoluzione continua serviva un’altra banca, che non vivesse di riflesso i cambiamenti ma che li cercasse al suo interno e con le proprie risorse. Da qui il cambio di pelle che ha conosciuto la nostra BCC, una mutazione di forma mentis, che ha significato focus sulla clientela e atteggiamento proattivo. La banca, oltre a quello che ha sempre fatto, offre adesso sempre più servizi e li offre sempre meglio. I bancari sono diventati consulenti che trovano la soluzione di investimento o finanziamento più appropriata per ognuno. Una svolta, questa, che non poteva essere a senso unico: la fiducia o è reciproca o non è. La clientela ci ha seguito: non si è più limitata ad affidarci i risparmi; ce li ha affidati perché li gestissimo. I risultati di questo percorso sono nella semestrale riportata nelle pagine che seguono. Con quella mini ripresa che pare essersi arrestata, con i tassi ai minimi storici e il lascito della crisi, la nostra BCC produce comunque utile e aumenta ancora i suoi impieghi. Nonostante tutto aver fiducia conviene.

