A Francoforte per portare la voce delle Bcc in Europa

Il nostro presidente Roberto Scazzosi, il vicepresidente vicario Mauro Colombo e il direttore generale Roberto Solbiati hanno partecipato alla missione promossa dalla Federazione Lombarda Bcc. Al centro dell’incontro con la BCE: sostenibilità, proporzionalità normativa e il ruolo delle banche di comunità nella costruzione di un’Europa più inclusiva e vicina ai territori.

Semplificazione normativa, proporzionalità, sviluppo dell’economia sociale e tassonomia sociale. Sono le quattro istanze prioritarie che Federcasse e la Federazione Lombarda Bcc hanno posto all’attenzione della Banca Centrale Europea durante la missione che dall’1 al 3 aprile ha visto oltre 60 esponenti del Credito Cooperativo lombardo -tra cui il nostro presidente Roberto Scazzosi, il vicepresidente vicario Mauro Colombo e il nostro direttore generale Roberto Solbiati- impegnati in una fitta agenda di incontri istituzionali a Francoforte.
Un viaggio di lavoro, ma anche di visione, per confrontarsi sui grandi temi della sostenibilità (ambientale, sociale, economica) e ribadire l’importanza di una regolamentazione che tenga conto delle peculiarità del modello cooperativo.
«È stata un’esperienza preziosa – commenta il nostro presidente Roberto Scazzosi –. Portare la voce delle Bcc nelle sedi europee significa contribuire a costruire una finanza davvero a misura di territorio. Abbiamo ribadito con forza che le banche cooperative non possono essere trattate come grandi gruppi bancari generalisti: servono regole proporzionate, capaci di valorizzare il nostro radicamento, la nostra funzione mutualistica e la nostra attenzione quotidiana alla sostenibilità».
Le quattro istanze presentate al tavolo europeo rappresentano un’agenda di lavoro concreta.
La semplificazione normativa è il primo pilastro: le Bcc operano in contesti locali con strutture snelle e un’organizzazione orientata alla prossimità. Un carico normativo pensato per le grandi banche rischia di sottrarre tempo e risorse alla relazione con i clienti e alla capacità di servire efficacemente famiglie, imprese e comunità.
Il secondo tema, la proporzionalità, è strettamente collegato. L’Europa bancaria deve saper riconoscere la varietà dei modelli esistenti. Le Bcc non chiedono trattamenti di favore, ma il diritto a essere valutate per quello che sono: banche cooperative con una missione precisa, capitali pazienti e una governance partecipativa.
Terzo punto: la tassonomia sociale, perché la sostenibilità è anche fatta di inclusione, coesione, benessere diffuso. Le Bcc ne sono protagoniste da sempre: sostenendo l’occupazione locale, aiutando le famiglie fragili, favorendo l’accesso al credito delle piccole imprese. Serve un riconoscimento istituzionale a questo contributo, attraverso indicatori chiari e valorizzanti.
Infine, lo sviluppo dell’economia sociale. Il Credito Cooperativo ne è parte integrante: le banche di comunità operano a stretto contatto con il terzo settore. Promuovere queste sinergie, anche attraverso strumenti europei dedicati, significa investire su un’economia più umana e resiliente, capace di generare impatto e valore condiviso.
«Abbiamo bisogno di un’Europa che comprenda e supporti la “biodiversità bancaria” -sottolinea il nostro direttore generale, Roberto Solbiati-. Le Bcc non sono banche minori: sono banche diverse, per missione e struttura. In un momento storico in cui si parla tanto di transizione green, resilienza e inclusione, il nostro modello può offrire un contributo decisivo se messo nelle condizioni di esprimersi appieno».
Per Mauro Colombo, vicepresidente vicario della nostra Bcc, «è fondamentale restare connessi alle dinamiche europee, ma senza perdere di vista la nostra identità. Iniziative come questa rafforzano la rete delle Bcc e ci ricordano che, anche nelle sedi più istituzionali, il territorio può avere una voce forte se parla con coerenza e unità di intenti».

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