Le Bcc lombarde contro la desertificazione degli sportelli, restano presidio per il territorio, le imprese e le famiglie

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Castellanza - Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate
Mentre l’Italia bancaria si consolida in conglomerati sempre più grandi, le Bcc continuano a scommettere sul piccolo: piccoli centri, piccole imprese, piccoli sportelli. E proprio per questo, forse, ancora centrali.

È proprio in Lombardia – una delle regioni più bancarizzate d’Italia – che le Bcc stanno dimostrando come il presidio fisico del territorio sia ancora un elemento cruciale. Le cifre parlano chiaro: mentre le filiali bancarie tradizionali hanno registrato un calo del 19,2% tra il 2019 e il 2024, quelle delle Bcc si sono contratte solo del 3,3%. E dal 2023 al 2024, a fronte di una riduzione complessiva degli sportelli bancari in Italia da 20.160 a 19.654 (poi scesi ancora a 19.395 a giugno), le Bcc sono addirittura cresciute, passando da 4.090 a 4.094 sportelli. A marzo se n’è aggiunto un altro, portando il totale a 4.095 secondo Federcasse.

Non si tratta solo di numeri. È una precisa strategia. «Le Bcc sono banche dei soci, espressione di un certo territorio», ha sottolineato Augusto dell’Erba, presidente di Federcasse, in una recente intervista a Repubblica Affari e Finanza. «Il presidio partecipato e consapevole delle comunità è la leva che consente di ampliare la nostra efficacia del “fare banca” e di accrescerne la dimensione. Mantenere i luoghi decisionali sul territorio è determinante per l’efficienza economica e l’efficacia mutualistica».

I numeri lombardi mostrano come il credito cooperativo continui a resistere alla desertificazione bancaria. La regione ospita numerose filiali dei due grandi gruppi del settore: Iccrea e Cassa Centrale Banca (Ccb). Il Gruppo Bcc Iccrea è passato da 2.419 filiali nel 2023 a 2.449 a fine giugno 2025. Ccb, nello stesso periodo, è salita da 1.480 a 1.508 sportelli. Insieme, rappresentano l’unica presenza bancaria in 711 Comuni italiani: 382 con almeno una filiale Iccrea e 329 con una filiale Ccb. Numeri che rafforzano la vocazione al presidio, specie nei piccoli centri.

La filosofia di fondo resta invariata: centralità del cliente, prossimità alle imprese, capillarità nei piccoli comuni. Le Bcc sono infatti oggi l’unica banca presente in 781 Comuni italiani, nell’80% dei casi con meno di 5.000 abitanti. Solo il Gruppo Cassa Centrale serve 329 di questi centri – 227 dei quali con meno di 3.000 abitanti – e si pone l’obiettivo, inserito nel Piano di sostenibilità al 2027, di garantire «accessibilità e servizi anche nelle zone a maggiore rischio di spopolamento e desertificazione bancaria».

«Il credito cooperativo è strategico nel contesto del risiko bancario», ha osservato Giuseppe Del Vecchio, segretario nazionale Uilca. «È fondamentale continuare a presidiare i territori per frenare processi di marginalizzazione di intere comunità». Un’opinione condivisa anche da Emilio Contrasto, segretario generale Unisin, per il quale «la chiusura degli sportelli conduce persone e imprese a perdere il riferimento finanziario principale, determinando processi di desertificazione economica e, alla fine, sociale e demografica».

Non si tratta solo di sportelli, ma anche di prospettiva: «Sostenere la marginalità richiederà attenzione alle condizioni dell’offerta di prodotti e servizi», ha dichiarato Maino. «Per questo intendiamo espanderci nella distribuzione di prodotti come il gestito e l’assicurativo, ma anche nella monetica e nei sistemi di pagamento».

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