Con la nuova legge di bilancio, il governo italiano introduce un assegno una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato a partire dal 1° gennaio 2025. Questa misura, che risponde all’esigenza di contrastare il calo demografico che affligge il Paese da anni, rappresenta un piccolo ma significativo incentivo per le famiglie italiane. La denatalità è infatti una delle sfide più urgenti per l’Italia, con ripercussioni che si riflettono non solo sulla struttura sociale, ma anche sul sistema economico e previdenziale.
L’assegno, riconosciuto dall’INPS su istanza, è destinato ai nuclei familiari con un valore ISEE non superiore a 40.000 euro annui. Tra i requisiti richiesti, il genitore richiedente deve essere residente in Italia e rientrare in determinate categorie di cittadinanza o possesso di permesso di soggiorno, come specificato nei commi 206-208 della legge. Questi criteri sottolineano la volontà di rendere la misura mirata ed equa, concentrando le risorse sulle famiglie con maggiore necessità economica.
Il calo demografico italiano, registrato con costanza negli ultimi anni, è motivo di preoccupazione crescente. Secondo i dati ISTAT, nel 2023 le nascite hanno raggiunto un nuovo minimo storico, con poco più di 390.000 bambini nati. Questo trend non solo rischia di indebolire il tessuto sociale, ma pone interrogativi sulla sostenibilità del sistema previdenziale, basato su una popolazione attiva numericamente consistente. Incentivare la natalità diventa, dunque, una necessità strategica per garantire il futuro del Paese.
Misure come questa, quindi, devono essere considerate come parte di un piano più ampio, che coinvolga diversi attori sociali, dalle istituzioni alle aziende.
Il calo demografico non è solo una questione italiana, ma l’Italia è tra i Paesi più colpiti in Europa, con uno dei tassi di fertilità più bassi del continente. Per affrontare questa sfida, è necessaria una visione di lungo periodo, capace di coniugare misure immediate come l’assegno una tantum con interventi strutturali e di più ampia portata. Solo così si potrà invertire un trend che rischia di compromettere il futuro economico e sociale dell’Italia.

