Il senso di ciò che siamo diventati

Il presidente Roberto Scazzosi

«È stato un percorso lungo di maturazione, ma oggi le Bcc aderenti al nostro gruppo sono un punto di riferimento importante nel settore. Con un focus marcato su famiglie e imprese le nostre 112 banche di credito cooperativo sono presenti in tutte le regioni d’Italia con circa 2.400 filiali e svolgono un ruolo di promozione e tutela dei rispettivi territori che non si limita agli slogan».

Ho voluto riprendere queste parole di Mauro Pastore, rilasciate a metà novembre al Corriere della Sera, perché raccontano con chiarezza ciò che siamo diventati a sei anni dalla nascita del Gruppo. Sembrano lontani quegli anni, il 2019 soprattutto, quando, dopo la riforma voluta dal Governo Renzi, è nata la nostra holding. Un modello unico nel panorama bancario italiano, nel quale non è la capogruppo a controllare le singole Bcc, ma sono le Bcc a essere proprietarie della loro capogruppo. Una distinzione che non è solo tecnica, ma culturale: significa autonomia, responsabilità, radicamento. Significa che ogni banca resta profondamente ancorata alla propria comunità, ai propri soci, ai propri territori.
In questi anni, il contesto economico è cambiato molte volte: la pandemia, la guerra, l’inflazione, la crescente fragilità delle famiglie, il rallentamento dei consumi e degli investimenti. Eppure, proprio in un periodo in cui tutto sembrava complicarsi, il modello cooperativo ha continuato a fare ciò che sa fare meglio: attraversare le difficoltà rimanendo vicino alle persone. A loro misura. Ai loro bisogni. Alla loro fiducia.
Il credito cooperativo ha una responsabilità precisa: trasformare la stabilità economica in valore sociale. È un impegno che non si improvvisa e che richiede la capacità -e il coraggio- di guardare oltre l’attività bancaria in senso stretto. Quando parliamo di famiglie e imprese, parliamo di tutto ciò che consente loro di crescere: sicurezza, qualità della vita, servizi, relazioni, identità. Per questo motivo, per noi, il fare banca non si esaurisce negli sportelli o nei numeri di bilancio: vive nei progetti che sosteniamo, nelle reti che aiutiamo a costruire, nelle iniziative che danno forza alla comunità.
Lo diciamo spesso, ma mai a sufficienza: una Bcc serve davvero quando riesce a stare dentro le trasformazioni del territorio, non ai margini; quando accompagna famiglie e imprese nei cicli economici favorevoli, ma soprattutto in quelli complessi; quando sa tenere insieme credito, sviluppo e coesione.
E noi ci proviamo davvero, come testimoniano i fatti concreti che trovate all’interno di questo numero della Voce. Il sostegno a chi crea valore economico, come le associazioni del commercio, perché il commercio è la trama quotidiana che tiene insieme i nostri paesi. La promozione di iniziative che parlano di comunità attiva: dal crowdfunding sociale che sostiene progetti reali, alle manifestazioni sportive, alle reti che animano la vita civile del territorio. L’investimento nella prevenzione e nella salute: dall’Ottobre in Rosa con le sue visite gratuite e le vite salvate, ai percorsi condivisi con tante associazioni.
Poi leggerete di molte altre tappe, che magari avete vissuto con noi, che parlano di una banca -la nostra banca- che entra nella vita delle persone non per “occuparla”, ma per accompagnarla. Che sostiene lo sport perché è comunità. Che affianca la cultura perché è radice e futuro. Che decide di essere parte attiva, come abbiamo fatto organizzando la serata Mother Love: uno spettacolo intenso, necessario, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, per fermarsi, ascoltare, capire e sostenere percorsi che proteggono, che accompagnano, che ridanno dignità.
Se rileggo tutto questo insieme -mercato, sociale, cultura, prevenzione, vicinanza- ritrovo in controluce proprio quella frase di Pastore: “un ruolo di promozione e tutela dei territori che non si limita agli slogan”.
È esattamente ciò che cerchiamo di fare ogni giorno: dare carne, volto e sostanza a un modello cooperativo che, senza la comunità, non avrebbe senso. Ed è anche per questo che abbiamo scelto di dedicare il nostro Natale insieme a un tema che riguarda tutti: la salute.
Continuiamo così a costruire ciò che crediamo: un’economia che non separa, ma unisce. Una banca che non guarda da lontano, ma che cammina accanto.

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