Le donne stanno conquistando un ruolo sempre più centrale nel mondo cooperativo. A confermarlo sono i numeri, ma anche il lavoro paziente e continuo che da oltre vent’anni viene portato avanti all’interno del sistema Confcooperative. A parlarne è Alessandra Rinaldi, presidente della Commissione Donne CooperAzione di Confcooperative, che evidenzia come la presenza femminile ai vertici delle cooperative abbia raggiunto il 30%, con il 27% delle cooperative guidate da una presidente donna. Una percentuale significativa, soprattutto se confrontata con il panorama delle società per azioni, dove la presenza femminile alla guida si ferma al 13%.
“È il frutto di un percorso lungo e condiviso – ha dichiarato Rinaldi – che il sistema cooperativo, sia a livello locale che nazionale, ha deciso di intraprendere con determinazione. Un cammino ispirato dalla consapevolezza che le imprese cooperative hanno una forte capacità di attrazione verso le donne.” E i dati lo confermano: il 61% della base sociale delle cooperative è composto da donne, con punte che raggiungono addirittura il 70% nei settori del sociale e della sanità.
Un patrimonio di partecipazione e competenze che il mondo cooperativo ha scelto non solo di riconoscere, ma di valorizzare attivamente. “Ci siamo detti che, se siamo capaci di coinvolgere le donne, dobbiamo essere anche in grado di metterle al centro di un percorso di sviluppo e valorizzazione – ha aggiunto Rinaldi –. E così è stato: sono nate le Associazioni dedicate, si sono sviluppate progettualità mirate, e si è costruito uno spazio in cui le donne potessero esprimere pienamente il proprio potenziale, anche in termini di leadership.”
Il risultato è un modello che non si limita a includere, ma che punta a promuovere un cambiamento culturale profondo. Un modello che, partendo dalla cooperazione, può diventare un riferimento per l’intero sistema economico italiano. Le donne, da protagoniste silenziose, stanno assumendo ruoli chiave nella governance, nella progettazione e nella visione futura delle imprese cooperative. Un segnale forte che dimostra come l’inclusione non sia solo una questione di equità, ma anche un fattore strategico per la crescita e l’innovazione.

