Approvazione del bilancio di esercizio, nomina del Collegio sindacale e riconferma delle attività a favore dei soci (mutua e Ccr). Oltre alle delibere di rito e previste dalla normativa, sono stati molti gli argomenti al centro dell’ultima assemblea della nostra Bcc, che si è tenuta domenica 21 maggio al Teatro Sociale di Busto Arsizio, e di cui diamo conto più in dettaglio in altri articoli del giornale. Ma su tutti uno ha spiccato per importanza: perché nell’anno in cui ci apprestiamo a tagliare il traguardo dei 120 anni di vita come istituto bancario cooperativo autonomo, l’assemblea dei soci ha deciso all’unanimità di aderire al Gruppo bancario nazionale di Iccrea. Una scelta in qualche modo obbligata dalla normativa, certo, ma ciò non sminuisce l’importanza di un voto unanime, con il quale, come ha commentato il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi, «abbiamo affidato i nostri 120 anni di storia ad un gruppo solido e affidabile».
Il voto unanime dello scorso maggio è stato il primo epilogo di una vicenda che ha preso il via a febbraio 2016, quando il Governo ha varato la cosiddetta riforma del Credito Cooperativo «con lo scopo, a suo dire, di assicurare un assetto più solido e sostenibile al nostro Sistema -ha ricordato Scazzosi-. Sta di fatto che la riforma ridisegna in maniera importante il quadro normativo di riferimento, con la necessità per ciascuna Bcc di aderire, per via contrattuale, ad un gruppo bancario che abbia per capogruppo una società per azioni avente un patrimonio non inferiore a 1 miliardo di euro e dotata di licenza bancaria. Le uniche Bcc che potevano cercare una via autonoma rispetto ai dettami della riforma, la cosiddetta way out, erano quelle con un patrimonio di almeno 200 milioni di euro: dal momento che il nostro patrimonio non lo consente, non abbiamo altra scelta che quella di aderire al gruppo bancario».
Da allora a oggi le dinamiche interne al movimento del credito cooperativo, nonostante gli sforzi e i richiami all’unità che sono sempre arrivati anche dalla nostra Bcc, hanno portato alla formazione di due gruppi bancari del Credito Cooperativo: quello di Iccrea, di cui da sempre la nostra Bcc vende i prodotti e da cui acquista parte dei servizi, e quello di Cassa Centrale, che fa riferimento ad una serie di Bcc del Trentino Alto Adige. E mentre il nostro movimento si divideva in due, il processo di riforma proseguiva, con la normativa secondaria di attuazione della Riforma emanata da Banca d’Italia nel novembre del 2016, che prevede un periodo di 18 mesi entro il quale la candidata capogruppo e le Bcc aderenti chiedano a Banca d’Italia l’autorizzazione per la costituzione del gruppo e la successiva adesione delle banche aderenti allo stesso. «Nei mesi scorsi, i due gruppi bancari hanno richiesto alle varie Bcc di preaderire. Anche se, in realtà, a noi il gruppo di Cassa Centrale non ha mai chiesto nulla, forse perché sin da subito la nostra linea di perseguire un gruppo unico del movimento è apparsa chiara e senza deroghe», ha spiegato il presidente Roberto Scazzosi all’assemblea dei soci. Aggiungendo: «in ogni caso, come consiglio di amministrazione abbiamo valutato entrambe le possibilità e la nostra naturale scelta è ricaduta sul gruppo bancario Iccrea, nel cui capitale la nostra Bcc ha già da anni investito e della quale detiene una partecipazione per complessivi 10 milioni di euro. Al di là di questo, va detto che Iccrea ha presentato
LE BENEMERENZE
Come di consueto, nel corso dell’assemblea sono state consegnate le benemerenze ai soci che festeggiavano l’anniversario di appartenenza alla nostra base sociale. Dodici le “nozze d’argento”, cioè soci con 25 anni di appartenenza alla nostra Bcc: Luigi Barni, Giovanni Barbieri, Enrico Ceriotti , Vittorio Ceriotti , Arturo Pascale, Massimo Almasio, Alberto Bistoletti, Giampaolo Broggini, Mario Bigatton, Adriano Girotto, Giorgio Mazzucchelli e Lorenzo Mazzucchelli.